Crotone Atalanta 1-2, le dichiarazioni di Gasperini nel post partita

Crotone Atalanta, Gasperini nel post partita

L’allenatore della Dea Gian Piero Gasperini ha parlato nel post partita di Crotone Atalanta, terminata 1-2 per gli orobici.

I nerazzurri tornano a vincere dopo le precedenti sconfitte contro Napoli e Sampdoria, salendo a quota 12 in classifica.

Ecco cosa ha detto gasperini al termine del match: “Abbiamo fatto costantemente una partita in attacco, non abbiamo subito particolari situazioni se non per il gol subito. Abbiamo meritato la vittoria“.

SUGLI INFORTUNI- Infortuni? Sicuramente domani vedremo le condizioni, anche Toloi è uscito malconcio con una contusione al ginocchio. Abbiamo tre giorni e vedremo con chi scendere in campo“. 

SU MURIEL – “Due ottimi gol, mi è piacuto tantissimo. Ilicic? In difficoltà, gli manca un po’ di velocità“. 

LIVERPOOL O INTER?- Qual è la sfida più importante? Non faccio classifiche, sono due competizioni completamente diverse. Guardo con attenzione il Liverpool, la Champions ha una possibilità di recupero limitata visto che abbiamo quattro punti. Sarà di grande valore per la classifica, è un match importante per l’immediato. Il fascino della Champions è straordinario, il nostro grande rammarico è giocare queste partite senza il pubblico. Io immagino solo l’attesa che ci sarebbe stata per la partita con il Liverpool“.

RIFERIMENTO KLOPP– “Klopp è un riferimento, come per tutti gli allenatori. Squadre straordinarie anche per velocità, hanno fatto dei risultati straordinari giocando un calcio che non può che affascinare chi lo guarda“.




Il vero nemico di Gasperini: il turnover

Fare autocritica è il primo passo verso la consapevolezza, perché contro la Sampdoria Gasperini si è accorto di aver preso qualche granchio dal punto di vista tecnico e tattico, a livello di turnover.

Sulla carta, la Sampdoria non poteva incutere timore ai nerazzurri, ma l’ombra del turnover ancora una volta ha favorito gli avversari. Invece che dare certezze, i troppi cambi hanno mandato in confusione il tecnico di Grugliasco.

Sia chiaro, le lamentele del postpartita non erano rivolte alla società, come qualche malpensante e rosicone ha pensato. Mai come quest’anno la rosa della Dea dispone di un parco giocatori importanti e molto agguerrito, ma è ovvio che bisogna sempre preservare un certo equilibrio.

Turnover ed esperimenti per Gasperini

La Sampdoria del vecchio volpone Ranieri non era di certo la squadra giusta contro cui fare esperimenti. Contro l’anticalcio blucerchiato, servivano tutti i protagonisti del bel travolgente gioco nerazzurro. E In questo caso le seconde linee non si sono rivelate alla stesso livello dei titolari.

Senza ali, tu lo sai, non si vola“, cantava Lucio Battisti, e non che coi titolarissimi Hateboer e Gosens la Dea abbia spiccato il volo nel secondo tempo, ma già nella prima frazione l’introversione di Depaoli e Mojica hanno assecondato l’arroccamento doriano, favorendo il loro gioco in ripartenza.

Lo statuario Lammers ha pagato la densità difensiva doriana, che lo obbligato a interpretare una partita meno congrua alle sue caratteristiche. Ha cercato in tutti i modi pertugi a destra e a sinistra come avrebbe fatto Zapata o Muriel.Tuttavia, per quel tipo di adattamento tattico l’olandese dovrà aspettare partite pià abbordabili.

Sutalo e Palomino pagano il poco feeling a livello difensivo, reparto che aldilà degli interpreti rimane una ferita ancora aperta da diverse stagioni.

Insomma, Gasperini ha capito che il turnover rimane l’unico tallone d’Achille difficilmente migliorabile con il gioco, ma solo con il tempo. Nemico di tanti allenatori della Serie A, ma negli ultimi anni sempre stato sempre il suo migliore alleato.




Le scuse lasciamole ai perdenti

Chi vince festeggia, chi perde spiega, ma in questo caso Gasp  ha poco da recriminare. Bisogna spiegare ai leoni da tastiera e a qualche pseudo-giornalista che le partite si giocano in due e che talvolta l’avversario può avere la meglio, meritando su tutti i fronti.

Il primo da tempo da film horror giocato a Napoli rimane al momento una macchia sul curriculum nerazzurro di Gasperini, ma penso che neanche Gattuso si aspettasse un Napoli così intenso, aggressivo e a trattai avvolgente come la Dea.

Un passaggio a vuoto ci sta, e come sempre il confine è labile tra i meriti e demeriti delle due squadre. Sicuramente l’Atalanta ha avuto il demerito di non reagire subito, ma di fronte ad un incontenibile quanto inaspettato forcing partenopeo, risultava difficile pure contenere.

Il Napoli ha meritato, come lo stesso Gasperini dichiarerà nel post-partita, e non si aggrappa alla scusante delle nazionali e della bolla di due settimane in cui ha vissuto il club per giustificare la debacle.

Oggettivamente parlando, Gattuso ha avuto a disposizione quasi l’intera rosa per preparare in due settimane l’attesissimo match contro i nerazzurri, al contrario del Gasp che ha dovuto valutare i rientri tardivi dei nazionali e fare i conti con la spossatezza della maggior parte dei suoi giocatori.

Un vantaggio iniziale il Napoli può anche averlo avuto, ma nessuno sa se a parità di condizioni l’avremmo portata a casa, perché del senno di poi, sono piene le fosse.

Le scuse quindi lasciamole ai perdenti, perché la sfortuna rimane la principale giustificazione di chi non vuole imparare mai. Gasp, al contrario, in questi anni ha assorbito, imparato e dato lezioni di calcio, perché è questo che fanno i vincenti.




Atalanta-Napoli 1-0, quando il sogno divenne realtà

2 ottobre 2016: una data forse ancora poco celebrata, ma una tappa che ha segnato la storia recente dell’Atalanta, perché il sogno è diventato qualcosa di impronosticabile.

Erano le 15 di una domenica di ottobre soleggiata, tempo ideale per guardare la Dea allo stadio (l’allora Atleti Azzuri d’Italia), colmo in ogni suo anfratto, per la bellezza di oltre 15mila anime nerazzurre in festa e forse consapevoli che quel giorno qualcosa avrebbe cambiato radicalmente la storia  della Dea.

 Gasperini si era appena insediato sulla panchina nerazzurra, e nonostante la vittoria in trasferta a Crotone gli abbia fatto tirare un sospiro di sollievo per un clamoroso esonero (oggi è così, ma allora tutti noi me compreso volevano il suo esonero),  il Gasp si rigioca nuovamente tutto contro i partenopei.

Dall’altra parte il Napoli di Sarri, destinata in seguito a giocarsi lo scudetto con la Juventus cannibale, e sulla carta una delle peggiori avversarie che il tecnico di Grugliasco potesse affrontare in quel momento, data la criticità del momento.

Ecco il primo segno del cambiamento epocale: data l’assenza di Kessie in mediana (espulso a Crotone), Konko e Spinazzola infortunati, Gasperini decide di affidarsi alla linea verde, buttando nella mischia un imberbe ma talentuoso Mattia Caldara affianco a Toloi e Masiello, inserire in medina Gagliardini e dare fiducia ancora una volta a Petagna , in un tandem d’attacco con Papu Gomez già collaudato in quel di Crotone pochi giorni prima.

Pronti via, sul piano del gioco e delle occasioni create è la Dea a fare il Napoli per una volta, con un gioco fluido e molto aggressivo in fase di non possesso che imbriglia di fatto la formazione partenopea. Papu Gomez sulla fascia sinistra fa quello che vuole, facendo venire un’emicrania al povero Hisaj, incapace di contenere la sua esplosività. Una nuova mentalità che viene subito premiata dalla fortuna: al 9’ l’argentino pennella un cross in area, che viene mancato goffamente da Koulibaly, Ghoulam respinge ma la palla finisce tra i piedi di Petagna che a due passi da Reina insacca.

Ecco la seconda folata del vento del cambiamento, con una rete che perdurerà  fino al 90’, quando l’arbitro fischierà la fine, sancendo così l’inizio ufficiale dell’età Gasperiniana, arrivata oggi al suo culmine con la semifinale di Champions sfiorata e con una squadra che finché avrà consapevolezza dei propri mezzi, non potrà far altro che superare i suoi limiti.




Niente paura, ci pensa Mancini: l’Atalanta spreca, ma alla fine abbatte il muro del Chievo

SERIE A, VENTITREESIMA GIORNATA

ATALANTA-CHIEVO V. 1-0: MANCIO-GOL, LA DEA SORRIDE

Importantissimo successo dei ragazzi di Gasperini che piegano il Chievo al termine di una partita che, ad un certo punto, pareva stregata dove i nerazzurri sprecano tantissimo e non riescono a piegare la resistenza difensiva degli ospiti: serve così la rete del baby-Mancini (in campo oggi al posto di Caldara) a tre dalla mezz’ora della ripresa per trovare il gol-vittoria che viene prima annullato per un presunto tocco di mano in occasione della marcatura, ma poi convalidato dopo il consulto tra il direttore di gara e l’assistente-Var con le immagini che provano come il tocco del difensore sia di petto. Tre punti pesantissimi alla luce anche dei risultati delle dirette concorrenti per l’Europa con i nerazzurri che scavalcano il Milan al settimo posto ed avvicinano la Samp a due lunghezze di distanza.

Bergamo: mettersi alle spalle la serata di coppa e ripartire, magari “riconquistando” proprio lo stadio amico; dopo la sconfitta nella semifinale di andata contro la Juve, l’Atalanta prova a scuotersi di dosso le scorie di una sconfitta amara ma anche andando alla ricerca di punti importanti per continuare ad inseguire l’Europa passando anche dal fortino del Comunale, ultimamente un po’ troppo terreno di conquista (tre sconfitte nelle ultime uscite casalinghe tra campionato e coppa) al contrario di quanto avviene lontano da casa dove i nerazzurri ne hanno vinte quattro di fila.

IN DIFESA TOCCA A MANCINI: mister Gasperini deve fare a meno di Caldara e Gomez non al meglio lanciando così dal primo minuto Mancini (che vince il ballottaggio con Palomino) in difesa mentre recupera Spinazzola con la davanti Petagna ritrova i galloni di titolare insieme ad Ilicic e con Cristante a sostegno. Nel Chievo, Maran deve far i conti anche lui con squalifiche ed infortuni e si affida così subito la davanti al nuovo arrivato Giaccherini, giunto in veneto nelle ultime ore di calciomercato questa settimana.

GARA BLOCCATA: il match prende il via dopo il doveroso minuto di silenzio dedicato ad Azelio Vicini, indimenticato commissario tecnico della nazionale ai tempi delle “notti magiche” di Italia ’90 e con il Chievo che mette inizialmente maggior pressione ai nerazzurri impedendo così alla squadra del Gasp di ragionare, ma con i nerazzurri che prendono poi maggiormente palla ed al dodicesimo hanno la prima occasione del match sugli sviluppi di un corner di Ilicic su cui arriva Cristante di testa mandando fuori.

PIU’ DEA MA NIENTE GOL: ancora Atalanta a metà del primo tempo, stavolta è Freuler a prendere palla ed andar in area saltando il diretto marcatore con la conclusione dello svizzero che però è imprecisa da buona posizione. Prova ad accendersi anche Ilicic a cinque dalla mezz’ora, grande azione dello sloveno che poi prova il destro da fuori e pallone che finisce di poco sopra la traversa; due minuti dopo il Chievo prova il break in contropiede con Meggiorini che sbaglia l’ultimo passaggio e Berisha può così uscire e far sua la sfera. E’ ancora però la squadra del Gasp a rendersi pericolosa al trentunesimo quando Ilicic apre bene per Cristante che conclude dall’ingresso dell’area di rigore ma il tiro è troppo debole e Sorrentino blocca senza problemi. Ancora il numero quattro nerazzurro protagonista a tre minuti dall’intervallo quando riceve la sfera dopo una prolungata azione di Petagna e prova a concludere rasoterra mandando fuori di un niente. Va così in archivio un primo tempo senza gol dopo un minuto di recupero concesso dal direttore di gara con i nerazzurri sicuramente più propositivi ma poco incisivi al momento della finalizzazione.

RIPRESA, CRISTANTE NE SPRECA DUE: prende il via la ripresa ed al quarto minuto l’Atalanta sciupa subito la prima occasionissima della ripresa quando Hateboer va sul fondo e mette in mezzo un pallone comodo comodo per Cristante che, da ottima posizione, spedisce alle stelle. Pochi minuti dopo Spinazzola tenta la sortita offensiva, va sul fondo e crossa per la testa, ancora una volta, di Cristante che colpisce ma la sfera per l’ennesima volta finisce sopra la traversa. Prova il cambio il Gasp poco dopo il quarto d’ora, la staffetta è tra Petagna e Cornelius che entra in campo al suo posto per provare a scardinare il muro ospite.

MANCINI, NO… VAR… GOL!!: la costanza è la virtù dei forti, e l’Atalanta premia la sua pazienza a tre dalla mezz’ora quando, sugli sviluppi di un corner, spunta in mischia Mancini che mette in rete ma l’arbitro inizialmente annulla la rete per un presunto tocco di mano del difensore nerazzurro; tuttavia il controllo al Var dimostra come il giocatore nerazzurro tocchi di petto il pallone spingendolo in rete: qualche secondo di attesa e il direttore di gara corregge la sua decisione e convalida il gol che porta avanti la squadra del Gasp.

SORRENTINO EVITA IL RADDOPPIO: con il vantaggio l’Atalanta prende ulteriore spinta e sfiora subito il raddoppio tre minuti dopo con una conclusione in area di De Roon che però Sorrentino respinge con un colpo di reni; ancora il portiere del Chievo protagonista una manciata di minuti dopo quando Cornelius ruba palla al difensore e può involarsi verso l’area ma conclude centrale e l’estremo difensore ospite si supera mandando la palla in corner. Ad otto dalla fine è il momento di rinforzar gli ormeggi in difesa per il Gasp che inserisce Palomino al posto di uno sfinito ma applauditissimo Ilicic.

SPAURACCHIO-RIGONI, MA E’ VITTORIA!: minuti che scorrono con gli ospiti che a cinque dalla fine si rendono pericolosissimi quando Inglese crossa dall’interno dell’area per la testa di Rigoni che, da ottima posizione, manda fuori di un nulla. La fatica del match di martedì si fa sentire nel finale ma nonostante gli ospiti provino a prendere coraggio, nemmeno i sei minuti di recupero complessivi concessi dal direttore di gara generano particolari problemi alla difesa nerazzurra se non un lungo sospiro di sollievo che i tifosi tirano al triplice fischio finale: l’Atalanta spezza così il digiuno di vittorie interne e centra la seconda consecutiva che le consente di sorpassare il Milan in classifica al settimo posto e di avvicinare la Samp a soli due punti per una classifica che, grazie al gol di Mancini, torna nuovamente a profumare di Europa.

IL TABELLINO

ATALANTA-CHIEVO VERONA 1-0 (Primo tempo 0-0)

RETE: 27′ s.t. Mancini (A)

ATALANTA (3-5-1-1): Berisha; Toloi, Mancini, Masiello; Hateboer, Freuler, De Roon, Cristante, Spinazzola; Ilicic (37′ s.t. Palomino); Petagna (18′ s.t. Cornelius) – A disposizione: Barrow, Bastoni, Castagne, Gollini, Gosens, Haas, Melegoni, Rossi, Schmidt – Allenatore: Gasperini

CHIEVO VERONA (3-5-1-1): Sorrentino; Bani, Dainelli (1′ s.t. Cesar), Gamberini (34′ s.t. Inglese); Depaoli, Hetemaj, Radovanovic, Giaccherini (18′ s.t. Rigoni), Jaroszynski; Birsa; Meggiorini – A disposizione: Castro, Confente, Gaudino, Gobbi, Leris, Pellissier, Pucciarelli, Seculin, Stepinski – Allenatore: Maran

ARBITRO: Gianpaolo Calvarese di Teramo

NOTE: gara di andata: Chievo V.-Atalanta 1-1 – spettatori: 16mila circa – ammoniti: 47′ s.t. Bani (CV) – recuperi: 1′ p.t., 5′ s.t.




Le pagelle di Napoli-Atalanta

CALDARA MOSTRUOSO, GOSENS E CASTAGNE DECOLLANO

Grande partita dei nostri ragazzi, che hanno la meglio sul Napoli un po’ in tutti i reparti meritando ampiamente la vittoria: peccato per quello svarione di Berisha nel finale che poteva davvero complicare tutto quanto ma che invece ha dato ulteriore spinta a Papu (oggi sontuosa la sua prova) e compagni per resistere fino alla fine senza rischiare più nulla.

LE PAGELLE:

ALL.: GASPERINI 9: et-voilà, le perplessità dopo il K.O. con il Cagliari vengono spazzate via da questa ennesima serata da mettere nella storia nerazzurra regalandoci una semifinale che mancava da oltre vent’anni. E adesso come si fa a non smettere di sognare? Il 2018 è iniziato come meglio non si poteva immaginare…

BERISHA 5: praticamente quasi inoperoso per tutta la partita, una sola bella parata nel primo tempo e poi… mamma mia che svarione che provoca il gol che poteva rimettere tutto in discussione; nota stonata di una serata perfetta.

TOLOI 6.5: subito ammonito ne subisce un po’ a livello mentale ma concede poco o nulla agli avanti napoletani. Grande!

CALDARA 8: un mostro, l’aria di Napoli ogni volta lo rende invincibile. Partita perfetta sotto ogni punto di vista!

PALOMINO 7.5: ringhia dal primo all’ultimo minuto, Masiello per una sera ha potuto starsene serenamente in panchina.

CASTAGNE 7.5: evviva! Dopo un primo tempo davvero timido, nella ripresa tira fuori dal cilindro il suo primo gol in nerazzurro e prende ulteriore coraggio per una partita in continuo crescendo. Finalmente!

DE ROON 7: giganteggia anche lui la in mezzo impostando e mettendo ordine quando serve. Applausi.

FREULER 7: partita ottima anche la sua, rimedia una ammonizione dubbia ma non si lascia condizionare: vince tutti (o quasi) i contrasti e spesso imposta il gioco perfettamente.

GOSENS 7: l’altra “ala di scorta” che convince: bene sia nel primo che nel secondo tempo quando trova anche l’imbucata giusta per lanciare il Papu in occasione dell’azione del primo gol.

CRISTANTE 7: dopo la panchina di sabato, oggi la scena se la prende lui disputanto un’altra grande partita che lo rende sempre più elemento indispensabile per la visione del gioco del mister (ILICIC 6.5: un quarto d’ora per lui per dare il contributo alla causa e portare a casa la vittoria. Bene).

GOMEZ 8: assist per il primo gol, giocata di classe e magia sul secondo: ci mette tanto del suo in questa serata indimenticabile il Papu che va pian piano ritrovando lo smalto dei tempi migliori. Grande! (HAAS s.v.: entra nel finale. Ingiudicabile)

CORNELIUS 7: un po’ a tutto campo, prova a tirare in porta ma anche a dar una mano alla squadra a salire e far gioco di sponda. Ottima gara anche per lui. (PETAGNA s.v.: spazio per lui negli ultimi minuti. Impossibile da valutare).




Ahi Atalanta, i botti li fa il solo il Cagliari: sardi letali, nerazzurri K.O. al Comunale

SERIE A, DICIANNOVESIMA GIORNATA

ATALANTA-CAGLIARI 1-2: SARDI LETALI, IL PAPU NON BASTA

Sorpresa, stavolta negativa, per i nerazzurri nell’ultima gara di questo 2017 in cui il Cagliari si prende i tre punti uscendo vincente da Bergamo al termine di una gara giocata in maniera attenta e accorda da parte dei sardi che hanno saputo colpire in maniera letale nel primo tempo e poi contenere nella ripresa un’Atalanta che, se nella prima parte di gara aveva fatto pochino, nella seconda frazione sciupa occasioni a raffica per riaprire il match e va a segno con il Papu Gomez solo in pieno recupero non riuscendo così nella rimonta. Nerazzurri che chiudono così il girone d’andata a quota ventisette punti e perdono una ghiotta occasione per provare ad allungare su chi sta dietro in classifica nella lotta per un posto in Europa visti anche i risultati odierni.

Bergamo: ad un giorno e mezzo da Capodanno, l’Atalanta prova a chiudere nel migliore dei modi il suo 2017 da urlo cercando non solo di girare a quota trenta punti al termine del girone di andata ma di raggiungere anche la strabiliante cifra di settanta punti conquistati nel corso dell’anno solare, un altro record dei tanti che la truppa del Gasp ha frantumato nel corso di questi dodici mesi: il quarto posto, il ritorno in Europa dopo quasi trent’anni, lo straordinario girone in cui Papu e compagni hanno chiuso primi nel girone guadagnandosi il big match con il Borussia ai sedicesimi… sono davvero tanti i ricordi di questo anno calcistico che tutti noi tifosi porteremo nel cuore ed i ragazzi proveranno questo pomeriggio ad aggiungere l’ultima ciliegina su una torta mai così dolce. Per farlo bisogna però non sottovalutare un Cagliari che, nonostante non venga da un periodo positivo, è sempre avversario capace di creare problemi con uomini importanti come Pavoletti davanti o gli ex Padoin e Cigarini in mezzo.

IN DIFESA C’E’ MANCINI: aveva già fatto intuire qualcosa in conferenza stampa ed il Gasp lo conferma nell’undici iniziale dove sono due le variazioni principali con Gollini che prende il posto di Berisha tra i pali e, grande novità, Mancini all’esordio da titolare in difesa al posto di Caldara ed in avanti Ilicic, Petagna e il Papu con Cristante che va in panchina ed in mezzo ancora De Roon; anche i sardi cambiano in porta con Rafael al posto di Cranio e in mezzo i due ex Cigarini e Padoin mentre davanti non c’è Joao Pedro squalificato ma c’è Pavoletti, pallino estivo del mercato nerazzurro poi sfumato.

PAVOLETTI-PADOIN LETALI IN 20′: nonostante una partenza subito propositiva e schiacciando gli ospiti nella propria metà campo, sono gli ospiti a passare dopo cinque minuti sugli sviluppi di un corner dove Pavoletti viene dimenticato un po’ da tutta la difesa nerazzurra ed è così libero di colpir di testa e battere Gollini portando il Cagliari sull’1-0. L’Atalanta a quel punto prova a riprendere il bandolo della matassa provando a cercar subito il pari: prima al decimo con Ilicic di testa (cross del Papu), poi con un bel numero di Gomez al quarto d’ora la cui conclusione però colpisce l’esterno della rete e poi con una punizione dal limite battuta ancora da Ilicic che centra in pieno la barriera. La risposta del Cagliari arriva in un gentile regalo concesso da Spinazzola in fase di disimpegno che consente ai sardi di lanciarsi in contropiede e l’ex Padoin arriva tutto solo davanti a Gollini e lo batte portando gli ospiti al raddoppio dopo poco più di venti minuti.

DEA INCEPPATA: l’Atalanta prova a scuotersi ulteriormente, sotto di due gol ma incapace di riuscire a rendersi veramente pericolosa contro un Cagliari che si rintana ordinatamente nella propria metà di gioco e aspetta i tentativi dei nerazzurri che sono tutto tranne che efficaci: solo un tentativo di Spinazzola dalla distanza offerto da Ilicic su punizione che finisce sul fondo e veramente poco altro mentre gli ospiti nel finale per poco con Farias non piazzano il contropiede che avrebbe chiuso tutto con ampio anticipo (bravissimo Gollini in uscita). Ultimi sussulti di un deludente primo tempo della truppa del Gasp che va in archivio col Cagliari meritatamente avanti di due gol.

RIPRESA, ECCO CORNELIUS: in avvio di ripresa mister Gasperini cambia inserendo Cornelius al posto di un Petagna uscito zoppicante al termine della prima parte del match ed i nerazzurri subito ad un passo dal gol che dimezzerebbe lo svantaggio con la traversa colpita da Mancini sugli sviluppi di un corner che nega la gioia del primo gol in A all’ex difensore del Perugia. Pochi minuti dopo il Papu mette un bel pallone in mezzo per la testa di Cornelius che manda alto da buona posizione; ancora il vichingo nerazzurro ci prova dalla distanza al settimo ma con la sfera che finisce sopra la traversa.

GOMEZ SBATTE SU RAFAEL: non sfonda tuttavia la squadra del Gasp che al diciassettesimo rischia il tutto per tutto inserendo anche Cristante al posto di Mancini per cercare ulteriori idee in una Atalanta mai come oggi apparsa annebbiata e poco concreta; a metà ripresa un bel pallone di Cristante arriva ad Ilicic che si inventa un numero in area e poi conclude con la sfera che esce di pochissimo. La giornata sin qui poco fortunata dei ragazzi del Gasp è confermata due minuti più tardi quando il Papu entra ancora in area sarda, conclude di potenza ma il portiere Rafael si supera e mette in corner con una grandissima parata, sul proseguo dell’azione poi Ilicic tenta ancora la conclusione ma senza trovare la porta.

PAPU-GOL MA ORMAI E’ TARDI: ultima parte del match in cui l’Atalanta riesce a sciupare l’impossibile a testimonianza di una partita nata davvero sotto una stella poco benevola: alla mezz’ora De Roon mette in mezzo in area un pallone su cui il Papu manca di un nulla la deviazione a porta praticamente sguarnita, poi pochi minuti dopo Ilicic conclude con Rafael che respinge e Cristante che manda a lato una grandissima occasione per dimezzar lo svantaggio. Il gol l’Atalanta tuttavia riesce a trovarlo nel secondo dei cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara grazie ad un bel passaggio smarcante di Cristante per il Papu che stavolta fa centro e riaccende una timida speranza nei tifosi presenti allo stadio.

FINALE AMARO DI UN ANNO DA SOGNO: finale abbastanza rocambolesco con gli ospiti che restano anche in dieci per la doppia ammonizione rimediata da Miangue e l’ultimo, disperato assalto nerazzurro al fortino sardo che non porta gli effetti sperati: in questo fine d’anno al Comunale il botto (da tre punti) lo fa il Cagliari, all’Atalanta resta il rammarico di un primo tempo al di sotto delle proprie potenzialità e di una ripresa in cui il tiro al bersaglio effettuato dai ragazzi del Gasp verso la porta ospite ha portato solo ad una miriade di occasioni sciupate; e nel calcio, si sa, conta chi fa gol. Nonostante questo (imprevisto) incidente di percorso, l’Atalanta svolta a quota ventisette punti in classifica al termine del suo girone di andata e può esser sicuramente più che soddisfatta del suo cammino sin qui in campionato ed in Europa mentre di questo 2017 che si sta per concludere ormai non sappiamo più che altro aggiungere per quanto fatto in questo splendido anno dai nostri ragazzi e che il 2018 possa ripetere o magari, perchè no, anche migliorare quanto fatto fino ad oggi. A tutti i nostri lettori un augurio speciale per un anno ricco di gioia, salute e serenità.

IL TABELLINO

ATALANTA-CAGLIARI 1-2 (primo tempo 0-2)

RETI: nel pt 6′ Pavoletti (C), 23′ Padoin (C), nel st 47′ Gomez (A)

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Mancini (19′ st Cristante), Masiello; Hateboer, de Roon, Freuler, Spinazzola; Ilicic (41′ st Orsolini); Gomez, Petagna (1′ st Cornelius) – A disposizione: Berisha, Rossi, Caldara, Bastoni, Gosens, Castagne, Haas, Kurtic, Vido – All.: Gasperini

CAGLIARI (3-5-2): Rafael; Romagna, Ceppitelli, Andreolli (8′ st Pisacane); Faragò, Ionita, Cigarini, Padoin, Miangue; Farias (41′ st Deiola), Pavoletti (29′ st Sau) – A disposizione: Crosta, Cragno, Capuano, van der Wiel, Cossu, Giannetti, Melchiorri – All.: Lopez

ARBITRO: Pasqua di Tivoli

NOTE: spettatori: 18mila circa – angoli: 5-3 per l’Atalanta – recuperi: 1′ p.t. e 6′ s.t. – ammoniti: Cigarini, Andreolli. Miangue e Ceppitelli per gioco falloso – espulso: Miangue al 50′ st per somma di ammonizioni (gioco falloso)