NAZIONALI NERAZZURRI: GUIDA AGLI EUROPEI E ALLA COPA AMERICA

Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”, ma in questo caso salvare il mondo come Spiderman non c’entra niente.

I nostri magnifici 13 convocati con le rispettive nazionali in questo mese di fuoco avranno il nobile compito di confermarsi fuori dalla comfort zone di Bergamo, perché là fuori non c’ è solo chi è pronto a lustrarsi gli occhi per lo spettacolo, ma anche uccelli del malaugurio pronto a cibarsi della delusione generale.

Trovare la gloria in nazionale sarebbe molto utile alla causa atalantina, perché l’esperienza e il mix di emozioni concentrati in poche settimane potrebbero rivelarsi la chiave per il salto definitivo di qualità di alcuni giocatori, e di riflesso per la Dea.

Facciamo un attimo il punto della situazione, tra gironi e insidie che attendono i nostri ragazzi.

Nazionali nerazzurri: gironi e insidie agli Europei

GIRONE A: ITALIA, SVIZZERA, GALLES E TURCHIA

Subito scontro fratricida tra la nostra Italia dei nostri Toloi e Pessina e la Svizzera di Remo Freuler. Per niente neutrale la compagine elvetica, insieme agli azzurri favorita per passare il girone.  Da ben 8 partite imbattuta, reduce nel 2019 dal quarto posto della Nations League (battuta ai rigori dall’Inghilterra).

Occhio però alla Turchia dell’ex milanista (tra poco svincolato) Calhanoglu e dello juventino Demiral, squadra tosta da affrontare: solo due sconfitte nelle ultime 13 partite internazionali (entrambe a opera dell’Ungheria), molta sostanza e un Calhanoglu e leader e trascinatore per niente improvvisato.

Fanalino di coda dovrebbe essere il Galles degli ex giocatori Bale e Ramsey (Juventus), comunque fulcro della nazionale e giocatori di esperienza da non sottovalutare.

PRONOSTICO E SPERANZE: centrocampo affollati e di qualità, quindi si prevede leggermente più lavoro per Pessina.

GIRONE B: BELGIO, DANIMARCA, FINLANDIA, RUSSIA

Tecnicamente un girone che conterebbe 4 nerazzurri, ma gli ex Castagne e Cornelius ormai non sono più da associare al mondo “Atalanta”. Sarà dunque una sfida tra la certezza Maehle e lo zar Miranchuk, potenzialmente il nuovo crack di casa orobica.

Sulla carta possibili titolari, ma le possibilità di scontrarsi vis-a-vis sono poche, data la loro diversa posizione in campo. Entrambi però a proprio modo dovranno confermarsi e in un certo senso unire le forze contro la quasi invincibile armata belga, capitanata da Lukaku e Mertens, che già bastano ad intimidire e sulla carta certi di poter strappare il pass per gli ottavi. Non scordiamoci però della Finlandia di Teemu Pukki, cenerentola del girone, ma che cercherà di prolungare la sua permanenza nella competizione molto più tardi della mezzanotte.

PRONOSTICO E SPERANZE: Bella lotta intestina per il secondo posto. Ci si aspetta lampi di classe di Miranchuk e  grandi sgroppate del danese sulla fascia.

GIRONE C: OLANDA, UCRAINA, AUSTRIA, MACEDONIA

Altro scontro a tinte nerazzurre: Marten De Roon, capitano naturale (Olanda) vs Ruslan Malinovskyi (Ucraina), il nuovo leader tecnico sbocciato con il Gasp dopo la dipartita per lidi spagnoli del Papu e il conseguente crollo psico-fisico di Ilicic.

Entrambe favorite per il passaggio del gruppo, ed entrambi rientrano tra protagonisti e certezze delle rispettive nazionali. De Boer ormai si affida ciecamente all’ex Herenveen, così come Shevchenko ritiene fulcro del gioco e della qualità il suo pupillo Malinovskyi.

Compiti più sporchi (come sempre) per l’olandese, che sicuramente vorrà per primo inseguire per tutto il campo l’amico/compagno, ma non ci sarà solo lui da tener d’occhio nel girone. Sguardo sempre attento alla Macedonia di Pandev, eterno giocatore e trascinatore della sua nazionale nel percorso verso gli europei. Austria più defilata, ma Alaba e compagni non hanno mai fatto la figura delle vittime sacrificali.

PRONOSTICO E SPERANZE: lo scontro diretto all’esordio ci dirà molto sulla mentalità acquisita da entrambi dopo l’ennesima stagione da favola. Prove di leadership?

GIRONE D: INGHILTERRA, CROAZIA, SCOZIA, REPUBBLICA CECA

Il nostro Mario Pasalic solo contro tutti. Certo, accompagnato da un Modric che solo qualche mese fa in Champions li ha rammentato la differenza tra un ottimo giocatore e un fenomeno. Titolare quindi potrebbe non essere, ma la sua duttilità e il suo ottimo tempismo negli inserimenti lo ha reso comunque una pedina importante.

Inutile dire come lo scontro contro l’Inghilterra decreterà verosimilmente la prima o seconda posizione nel girone. E anche in questo caso il match sarà all’esordio, in terra inglese, e chissà che il gol contro il City di due stagioni fa non possa caricarlo come una molla anche con la maglia croata.

PRONOSTICO E SPERANZE: Mario senza troppi affanni passa il turno. Troverà l’agognata continuità?

GIRONE F: UNGHERIA, PORTOGALLO, FRANCIA, GERMANIA

Forse il compito più arduo spetta a Robin Gosens, desiderio proibito ( e proibitivo) del mercato internazionale.

La sua Germania pluricampione del mondo sfida la Francia, attuale campione del mondo 2018, il Portogallo di CR7 vincitore della Nations League e la modesta Ungheria, forse già l’unica consapevole di poter disputare un campionato europeo in piena tranquillità.

Con il suo primo gol (e assist) alla Lettonia, il nostro panzer nerazzurro avrebbe risalito le gerarchie, e ora è seriamente candidato a partire come titolare fisso nella compagine teutonica.

La fascia sinistra per fortuna non coincide con quella occupata da Ronaldo e Mbappé, ma Griezmann, Kanté, Joao Felix e Bruno Fernandes non possono essere lasciati soli nemmeno un secondo.

PRONOSTICO E SPERANZE: tanto equilibrio, e questa volta altro che chieder la maglia di Ronaldo, i tifosi sperano che lo butti fuori dalla competizione. Il livello sale, più si conferma, e più acquirenti potranno spaventarsi di fronte al suo valore di mercato.

Copa America: attacco colombiano vs difesa argentina

Non solo l’Europa si tingerà di nerazzurro: anche in Sudamerica potranno assistere alla gesta dei nostri atalantini. In realtà solo la metà colombiana conosce già la forza di Muriel e Zapata, mentre per i tifosi argentini i nomi di Romero e Palomino sono tutti da scoprire.

I primi fulcri dei cafeteros, i secondi alla loro prima convocazione al cospetto di Messi, e dell’ex Gomez. Due certezze da una parte, un possibile crack in casa argentina, perché per il Romero visto all’opera con la maglia della Dea era inevitabile la convocazione.

Sorteggiati in due gruppi diversi della Copa America, Argentina e Colombia si promettono battaglia al passaggio del turno, ma devono comunque guardarsi le spalle dalle altre compagini sudamericane, mai facili da affrontare.

Partiamo dagli argentini, nello specifico da uno già on fire come Cristian Romero, nostro baluardo della difesa in gol contro la Colombia nel match valido per la qualificazione ai Mondiali in Qatar. Come annunciato anche da Percassi, rimane un pezzo pregiato del mercato, ma sicuramente la competizione sudamericana è destinata a far lievitare il prezzo dell’ex genoano che a quel punto diventerebbe incedibile per assenza di “big money” delle pretendenti europee.

 Nel gruppo A (Zona Sur), al nostro Romero ma anche a Palomino,decisamente meno titolare inamovibile della Selezione albiceleste, toccherà fermare gli attacchi di Cile, Paraguay, Bolivia e Uruguay. Sicuramente l’1 vs 2 contro Cavani e Suarez promette scintille, fisicità, spettacolo e un misto di quella garra che  potrebbe poi portare a Bg, e un’aura di leadership che non guasterebbe affatto.

Gruppo B (Zona Norte) decisamente meno agguerrito per la Colombia di Muriel e Zapata, che probabilmente troveranno qualche insidia nello scontro con il Brasile, ma abbiamo visto come i nostri cafeteros vadano a  nozze con difese così solide ma anche aperte

 Sullo sfondo Venezuela ed Ecuador che già iniziano a sudare freddo.

PRONOSTICO E SPERANZE: passaggio più complicato per gli argentini, ma Romero potrebbe regalare soddisfazioni all’amico Messi. Solite scorazzate per le difese sudamericane di Duvan e Lucho. Un gol tira l’altro, e magari anche un bel trofeo per uno di questi…




DUVAN ZAPATA IL CINICO: L’INFALLIBILE FILOSOFIA DEL GOL

Duvan Zapata: il filosofo cinico del calcio

E alla fine arriva sempre Duvan Zapata. Con la sua doppietta lampo nel secondo tempo, il colombiano ancora una volta ha rotto le uova nel paniere avversario, lasciando incompiuto nella gola dei giocatori dell’Ajax il grido della vittoria.

Quando Gomez e Ilicic non girano a dovere, è sempre lui a farsi carico della squadra sulle sue possenti spalle, dimostrando spesso un bravo attaccante per definirsi tale non deve necessariamente essere sempre nel vivo dell’azione, ma tramutare in gol palle vaganti, assist, deviazioni improvvise e cross dei compagni. La mente comanda il corpo e sotto porta la lucidità è fondamentale quanto per un tennista saper colpire sotto rete.

Zapata: vero filosofo del gol

C’è chi ci prova da tutte le posizioni e chi invece aspetta il momento giusto per colpire. Essendo Duvan un concentrato di lucidità e freddezza, anche solo due occasioni bastano e avanzano per far tornare in  partita la squadra. Perché spesso nel calcio il cinismo è l’unica vera filosofia infallibile.

Un modus vivendi che il bomber colombiano potrebbe aver copiato da un altro ex atalantino che della confusione e della concretezza ha fatto il suo marchio di fabbrica, come Pippo Inzaghi. Ma se vogliamo guardare aldilà dei paragoni calcistici e più ideologici, almeno per il sottoscritto non è da escludere che Duvan si sia ispirato al famoso filosofo greco Diogene di Sinope, passato alla storia come Il cinico.

Sia chiaro, Zapata non vive in una botte come il greco e sicuramente non ha nessuna intenzione di insegnare niente a nessuno.Tuttavia, un po’ come Diogene a suo modo ha deciso di vivere lontano da stereotipi e convenzioni calcistiche ormai radicate come “il vero bomber deve segnare 30 gol, un vero attaccante deve stare in mezzo all’area, un vero bomber deve essere decisivo con le grandi”, rifiutando ricchezza, fama e gloria di realtà più blasonate per mettersi a disposizione della filosofia innovativa del Gasp, che sembra calzargli a pennello.

Fame di gol

La fame di gol e il raggiungimento degli obiettivi attraverso la fatica e la sofferenza lo hanno portato ad una crescita psicofisica e tecnica fuori dal comune, che lo hanno reso il perfetto interprete del bel calcio del Gasp.

Come per Diogene, la semplicità porta a risultati importanti. La stessa filosofia di vita che da anni Duvan applica in modo impeccabile sotto porta, trasformandolo in un attaccante implacabile. Non chiamatelo maestro o filosofo, ma solo bomber Duvan. Anche se in molti suoi “colleghi” avrebbero da imparare dal colombiano. E forse nascondersi in una botte.