SERIE A, TRENTAQUATTRESIMA GIORNATA:
ATALANTA-LECCE 1-1: ENTRAMBI GOL DAL DISCHETTO
Lecce: in un clima tutt’altro che da partita di pallone, l’Atalanta tira il freno nella sua corsa ad un posto nella prossima Champions e non va oltre il pari contro il Lecce: al gol di Karlsson su rigore nel primo tempo, risponde nella ripresa Retegui, sempre dagli undici metri. Il resto da raccontare è davvero poco. È la partita “dei valori calpestati” secondo il Lecce, quella che non si sarebbe dovuta disputare oggi. Lo ha ribadito un paio d’ore prima del match con un comunicato netto in cui hanno sottolineato il dissenso alla disputa odierna della gara annunciando di giocare con una maglietta bianca anonima senza colori, stemmi e loghi e la scritta “Nessun valore, nessun colore”. Difficile un po’ per tutti scendere al piano terreno e disquisire della partita. Il Gewiss e tutta la tifoseria atalantina hanno espresso la vicinanza ai giocatori salentini già all’ingresso in campo per il riscaldamento applaudendoli. Prima del fischio d’inizio minuto di silenzio per Papa Francesco e Fiorita con le relative immagini sul maxischermo, il capitano dell’Atalanta Marten de Roon deposita un mazzo di fiori nel posto dove solitamente sedeva il fisioterapista e nello spicchio dei tifosi ospiti compare un maxi drappo nero con il simbolo del lutto.
LO STADIO ABBRACCIA IL LECCE: le curve prendono posizione intonando cori contro la Lega Calcio e con i fischi dell’intero stadio a coprire l’inno ufficiale del campionato. La Sud srotola lo striscione “La morte è uguale per tutti”, mentre la Nord dopo un quarto d’ora in silenzio espone “Vicini alla famiglia Fiorita” e “Lega Calcio vergogna!” lanciando diversi fumogeni in campo costringendo l’arbitro a sospendere la partita per dare tempo ai Vigili del fuoco di liberare il terreno di gioco. La partita nel frattempo si stava giocando in un clima surreale, in un silenzio non abituale per gli stadi.
OSPITI AVANTI CON KARLSSON: gara comunque bloccata, emotivamente prima di tutto. E anche tecnicamente, con la Dea che comanda ma che nel primo quarto d’ora solo con un colpo di testa di Pasalic scalda Falcone. Al ventiquattro un rimpallo tra Hien e Rebic lancia Coulibaly verso Carnesecchi che è bravo a respingere la conclusione dell’avversario. Due minuti dopo la svolta del match: Carnesecchi anticipa Rebic in uscita e poi salva su Karlsson che ci aveva provato a porta vuota. Ma l’attenzione del Var si sposta qualche istante prima per un fallo di mano di Hien: La Penna lo visiona al monitor e dà il rigore al Lecce: Karlsson va dal dischetto e porta in vantaggio i salentini alla mezz’ora. La reazione dell’Atalanta viaggia sulla sinistra dove Lookman pare ispirato: al trentacinque crossa per Pasalic che gira di prima verso Falcone il quale attutisce il colpo. Retegui si fa vedere a due dal riposo con una mezza girata in area larga. Nel terzo di recupero doppio intervento di Falcone: prima su Lookman ormai a un passo da lui e poi su Zappacosta dal limite. E la prima frazione va così in archivio con gli ospiti avanti di un gol.
CUADRADO DA LA SCOSSA: dopo il riposo tocca subito a Cuadrado per Bellanova, e il colombiano fa immediatamente ammonire Gallo. All’undicesimo però occasionissima per il Lecce: Coulibaly parte in posizione regolare, scatta verso Carnesecchi, scarica su Pierotti che poi sbaglia clamorosamente e prende la parte esterna della rete. Al quarto d’ora entra Ruggeri per Kossounou, e poco dopo anche De Ketelaere per Pasalic. Cuadrado al ventitreesimo ottiene il rigore del pari: Karlsson lo sgambetta e per l’arbitro non ci sono dubbi: dal dischetto va Retegui che fa 24 gol in campionato eguagliando il record atalantino in un campionato risalente al 1996-97 con Pippo Inzaghi.
RETEGUI SFIORA IL BIS, POI POCO ALTRO: il bomber atalantino è pericoloso ancora pochi minuti dopo centrando il palo su colpo di testa. Al ventotto Ederson scaraventa un missile che Falcone respinge. C’è spazio nel finale anche per Maldini e Samardzic al posto di Retegui e Ederson. Ma non succede altro, finisce 1-1. Un punto che pesa di più per il Lecce nella corsa alla salvezza e per la situazione che sta vivendo mentre la Dea rallenta la sua corsa verso l’Europa ed il segnale appare chiaro: nessuno da qui alla fine regalerà nulla.