VERSO ATALANTA-FIORENTINA: ATTACCO SPUNTATO, MA LA CREATIVITÀ CI ILLUMINERÀ

Ci risiamo finalmente: dopo le due settimane di sosta per le Nazionali, l’Atalanta torna in campo al Gewiss Stadium, pronta ad affrontare la nuova Fiorentina di Italiano.

Tuttavia, tra acciacchi, infortuni e voli intercontinentali, ci sono più incognite che certezze sulle probabili scelte di  Gasperini.

Verso Atalanta-Fiorentina: la situazione nei singoli reparti

DUBBIO TRA I PALI- Musso fisicamente sta bene, ed è fresco della vittoria contro la Bolivia, ma il lungo volo notturno potrebbe giocare un brutto scherzo al portiere nerazzurro. Per questo motivo salgono le quotazioni di vedere all’esordio stagionale Sportiello, ma data l’importanza del match, l’argentino potrebbe fare gli straordinari.

DIFESA OK- Solo abbondanza in difesa per il tecnico di Grugliasco. Tutti arruolabili e a questo punto prevarrà chi più ha convinto in questo ultimo mese, tra campionato e nazionali.

Palomino è sicuro di una maglia, data la sua esuberanza contro Bologna e Torino; accanto a lui l’inamovibile Djimsiti, con Toloi a formare il classico trio di difesa.

Demiral pagherà ancora pegno probabilmente, alla luce della batosta subita con la sua Turchia contro l’Olanda.

Le ali invece torneranno a volare, non in altissimo, ma ci saranno. Con  Maehle on fire in Nazionale, sulla sinistra ci sarà anche Gosens, che ha recuperato dall’infortunio subito con la Germania.

IL VECCHIO O IL NUOVO?– Se in mediana Freuler è la certezza, il faro che guida nell’oscurità, rimane forte il dubbio su chi possa affiancarlo. Il nuovo arrivato Koopmeiners ha dimostrato di esser tonico, ma sappiamo come a Gasp piacciano i giocatori duttili. Per questo motivo, non escludo che possa partire dal 1’ ancora una volta Pasalic, il jolly della Dea.

ATTACCO SPUNTATO- Zapata potrebbe recuperare per la panchina, Muriel sarà out per due settimane minimo, ergo rimane solo Piccoli come alternativa.  Con Ilicic abbastanza in forma e un Pessina protagonista contro la Lituania, potrebbe assistere a un tridente inedito, ma non per questo inefficace.

Tuttavia, lasciare in panchina gente del calibro di Malinovsky e Miranchuk non è normale, e nel caso Gasp volesse dare sfoggio di qualità e creatività per sopperire alla strapotenza fisica di Zapata e alle accelerazioni di Lucho, perché non assistere dall’inizio a  un tridente fantasia composto da Malinovsky, Pessina e Ilicic falso nueve, ruolo che lo sloveno nelle stagioni precedenti qualche volta aveva rivestito.




SORTEGGI CHAMPIONS: APPUNTAMENTO CON LA STORIA, CAPITOLO TERZO

Ci siamo: oggi 26 agosto 2021 a Nyon alle ore 18 la dea bendata inizierà a scrivere il terzo capitolo della favola Champions dell’Atalanta, e il popolo nerazzurro non sta più nella pelle di vedere gli esiti dei sorteggi dei vari gironi.

Posto che l’Atalanta non ha paura di nessuno, è bene comunque dividere la fortuna tra buoni sorteggi e cattivi sorteggi, perché l’aiuto della Dea bendata non si rifiuta mai. Vediamo insieme chi dobbiamo sperare di non incontrare e quale potrebbe essere il girone dei sogni.

Sorteggi Champions: girone da evitare

A parte le italiane e un quarto gruppo che sulla carta è inferiore, c’è maggiore preoccupazione per chi potrebbe saltare fuori dalle prime due urne.

In prima, le corazzate Atletico Madrid, Manchester City, Chelsea e Bayern Monaco al momento sembrano ancora avanti. Occhio al Villareal, nonostante ormai sembra destinato a scendere in EL per vincerla.

In seconda fascia Il PSG dei sogni, il Liverpool di Klopp, il nuovo Real e lo United rimangono gatte da pelare non da poco, e anche se tre di esse le abbiamo già affrontate, è comunque meglio evitarle.

Il Dortmund e il Siviglia di Gomez rimangono più accessibili. Ecco quindi il primo vero sorteggio da incubo:

BAYERN MONACO

PSG

ATALANTA

SHERIFF TIRASPOL

Sorteggi Champions: girone da sogno

La sorpresa Lille non può certo impensierire la Dea, e sicuramente la cessione di alcuni protagonisti dello scudetto francese hanno indebolito una squadra che rimane abbordabilissima. Analoga considerazione per lo Sporting Lisbona, fresco campione di Portogallo, ma la sappiamo come la caratura tecnica di questi campionati sia inferiore alla Serie A.

In seconda fascia stona la presenza del Siviglia in mezzo a quel gruppo di extraterrestri, e aldilà della sua inferiorità, perché non pescarla per ritrovare da avversario un certo Papu Gomez?

IL GIRONE DEI SOGNI

LILLE

SPORTING LISBONA

ATALANTA

SHERIFF TIRASPOL

Questi sono i desideri e le paure in vista dei sorteggi, ma sappiamo tutti che indipendentemente da come andrà, questa Dea ha imparato a sognare e sulle ali dell’entusiasmo è capace di tutto, e sicuramente le vittorie ad Amsterdam e ad Anfield sono un buon curriculum che molti big da oggi leggeranno con più attenzione.




Mercato Atalanta: Gollini il primo (sicuro) ad andarsene. Romero potrebbe seguirlo

Il mercato dell’Atalanta si sta muovendo meno velocemente ma con più raziocinio, per usare la stessa parola usata da Luca Percassi a margine della presentazione delle nuove maglie.

Ancora i soliti nomi sia in entrata che in uscita, ma una cosa è chiara: niente sarà affrettato e tutto sarà ponderato, perché l’obiettivo è quello di tenere alta la competitività della rosa.

GOLLO TORNA ALLE ORIGINI- Il primo colpo della Dea è stato Musso, e di conseguenza la prima uscita non poteva che riguardare lo stesso ruolo, con Gollini destinato ormai a lasciare Bergamo e riaccasarsi in Premier.

Un ritorno al passato per lui che ha giocato nelle giovanili dello United e sporcato i primi guantoni con la maglia dell’Aston Villa. Questa volta ad aspettarlo ci sarà il Tottenham di Paratici, che già ai tempi della Juve lo aveva consigliato come secondo di Sczesny.

La formula è presto detta: prestito annuale con diritto di riscatto fissato a 15 milioni, che diventerebbe obbligo in caso di raggiungimento di un numero minimo di presenze. Davanti a lui infatti c’è il 35enne Lloris, campione del mondo dal 2018 con la Francia, ma proprio perché gli anni passano e nel 2022 andrà in scadenza, le possibilità che Gollo poi diventi il titolare si fanno concrete.

LONDON CALLING- Rimaniamo sempre sull’asse Bergamo-Londra, perché Paratici non avrebbe messo nel mirino solo Gollini, ma pure quel Romero che lui stesso aveva deciso di darci in prestito e che ora fa gola a mezza Europa.

Forse per non avere grossi rimpianti, l’ex dirigente sportivo bianconero ora valuta seriamente l’ipotesi di riabbracciare l’argentino, ma strapparlo a Percassi non è facile, dato che richiede una base d’asta minimo di 50-60 milioni, valore congruo al suo talento, sempre parole di Luca Percassi.

Tuttavia, la cifra non spaventerebbe più di tanto il club che avrebbe pure le risorse economiche per quantomeno trattare. Paratici avrebbe già strappato il sì del giocatore e offerto 40 milioni più 10 milioni di bonus, per una cifra vicina alla cifra richiesta da Percassi. La pista rimane comunque abbastanza concreta, e nelle prossime orr anche l’argentino potrebbe raggiungere Gollo a Londra

UN ALTRO SPINAZZOLA?– Quasi fatta per Gianluca Frabotta, esterno sinistro classe ’99 della Juventus, molto apprezzato da Pirlo, ma non proprio da Allegri che avrebbe già dato il placet per il prestito con diritto di riscatto all’Atalanta.

Un deja vu insomma di quello che già capitò con Spinazzola, e sappiamo tutti poi chi ebbe ragione, aldilà dello splendido europeo disputato dall’esterno che oggi milita nella Roma. Ovviamente speriamo tutti che questo giovane virgulto possa sbocciare ancora una volta sotto la guida di Gasperini.

Come vice Gosens è perfetto, dato che non richiederebbe la titolarità, ma allo stesso tempo può vantare 17 presenze e un gol, piccola ma significativa esperienza che sicuramente potrebbe rendergli meno difficile il lavoro alla Dea.

SENZA FRETTA- Questo benedetto vice De Roon s’ha da fare? Domanda alla quale Percassi risponde con serenità, e tanto basta forse per tranquillizare la piazza: “Ci sono vari nomi, ma valutiamo con raziocinio”.

Tradotto: i profili visionati sono tanti, ma le condizioni devono esser ragionevoli. Una critica velata forse all’Az che per Koopmeiners chiede troppo, e a questo punto sembra sempre più raffreddarsi la pista olandese.

Stando in Italia, Pobega continua a esser monitorato, ma la sue prestazioni in amichevoli e in allenamento con il Milan potrebbero risultare controproducenti. Più mostra talento, più i rossoneri chiederanno cifre esose, o addirittura uno scambio che risulterebbe più figlio della rabbia per l’affare Pessina che figlio di un ragionamento economico e tecnico.

Dato l’interesse per Ilicic, non mi stupirei se andando avanti di questo passo, il Milan chiedesse per Pobega l’inserimento dello sloveno, magari addirittura con conguaglio.

Una formula che dal punto di vista del bilancio non dispiacerebbe a entrambe, ma sul piano tecnico Ilicic rimane ancora una pedina importante. Per questo motivo anche Boga rimane in Stand-by. Per ora.




Mercato Atalanta, Pobega per il vice De Roon? Gollini lascia, ma dove va?

Dopo il colpo Musso, il mercato in entrata dell’Atalanta si è un po’ arenato, ma non mancano di certo piste interessanti che Sartori sta vagliando per potenziare la rosa.

PORTE GIREVOLI- Musso esclude Gollini, che ormai è già con la testa altrove. Ma dove? Il cuore spingerebbe per un ritorno in Premier League, dove Arsenal e Tottenham seguono alla finestra, ma ancora non avrebbero proposto una bozza di offerta.

La verità è che in Italia Lazio, Roma e Fiorentina hanno solo mostrato interesse a parole, ma coi fatti non sembrano intenzionate a sborsare 15 milioni per l’estremo difensore.

QUEL BUCO IN DIFESA- In difesa la notizia del riscatto di Romero sicuramente rassicura tutti, ma l’impressione è che arriverà comunque un altro rinforzo anche solo numerico per sostituire Caldara.

Si allontanano Tomiyasu e Ahmedhodzic, tanto vicini fino a qualche settimana fa, ma ora le richieste di Bologna e Malmoe non convincono la società nerazzurra. Si rimane comunque alla finestra, in attesa che le società in questione abbassino le pretese, ma anche in Premier non stanno a guardare e potrebbero affondare il colpo presto.

Mercato Atalanta, asse con Lo Spezia

Per questi motivi si sarebbe intensificato il rapporto con lo Spezia, squadra che nella passata stagione ha messo in mostra giovani e prospetti interessanti, non proprio però a poco prezzo.

Pobega farebbe sicuramente al caso nostro, ma il Milan proprietario del cartellino chiede non meno di 12 milioni per il giovane centrocampista. Anche comprensibile, dopo la scottatura di Pessina. Possibile inserimento nella trattativa di Ilicic, al momento sul mercato, ma la valutazione di 8/10 milioni starebbe facendo tentennare il Milan che anche con uno scambio non avrebbe intenzione di mettere a bilancio un 33enne a quelle cifre.

Non solo Pobega. Occhi aperti Su Maggiore, altro centrocampista che come Vice De Roon potrebbe essere perfetto, ed Erlic, centrale croato possente e dalle doti tecniche non indifferenti. Si attendono comunque novità su Koopmeiners, ma l’AZ pare non scender sotto i 20 milioni

NIENTE PAURA- Per ogni notizia vera, spesso ne troviamo 2-3 inverosimili, o spiegate male. Proviamo un attimo a fare chiarezza sulle voci uscite su Gosens al Barcellona, Belotti suggestione per la Dea e Frabotta dalla Juventus.

Partiamo dalla più verosimile. o meglio, più logica e comprensibile. Sicuramente sulle fasce Gosens, Hateboer e Maehle pur quanto forti, non bastano per affrontare un’altra stagione piena di impegni. La passata stagione gli infortuni hanno evidenziato un lacuna sulle fasce che deve essere riempita, non necessariamente con un Hakimi della situazione, ma sempre nell’ottica di giovani talenti da sgrezzare. Frabotta risulta al momento un ottimo prospetto con già alle spalle un po’ di partite nella Juve di Pirlo.

Il Gallo fa ritorno a Bergamo? Nulla è impossibile nel calcio, ma bisogna sempre ragionare su ciò che si dice e si ascolta. Cairo non vende il suo capitano a meno di 50 milioni, così come l’Atalanta non avrebbe nessun motivo per spenderli, dato che in attacco Muriel e Zapata valgono assai di più. Certamente la cessione di uno di questi potrebbe far saltare il banco, ma al momento sono incedibili, quindi il problema non si pone.

Infine Gosens voluto da tutti, ma peccato (per gli altri) che minimo 40 milioni richiesti spaventino parecchio le pretendenti. Una su tutte il Barcellona che in questo momento più che comprare deve vendere a peso d’oro e stare con la calcolatrice per rientrare nel Fairplay Finanziario e soprattutto ricomprare Messi che non percepisce proprio due spiccioli come ingaggio. In tutto questo marasma di calcoli algebrici e risparmi pensate che possano sbucare fuori minimo 40 milioni per il tedesco? Io non credo, ma potrei sbagliarmi.




Mercato nerazzurro, ecco Musso. Questione di tempo (e soldi) per il vice De Roon. E Ilicic?

Il mercato nerazzurro finalmente si è aperto con Juan Musso, portiere dalle doti fisiche e tecniche importanti, ma non sarà di certo l’unico colpo estivo.

Ovviamente Sartori e tutta la dirigenza continuano a seguire da vicino alcune situazioni e viaggiano a fari spenti su alcune piste, senza lasciare tracce.

Vediamo insieme le trattative calde da e per Bergamo, tra voci, sondaggi e piste concrete.

PORTE GIREVOLI- Per un Musso che arriva, ci sarà un Gollini  che partirà. L’ex Aston Villa non ha nessuna intenzione di rimanere a Bergamo come secondo, e per questo motivo è molto probabile che cambierà aria.

I 20 milioni spesi per il portiere argentino ora si cercherà di recuperarli con la cessione del Gollo, ma a 18 milioni nessuno in Italia è disposto a prenderlo.

Nella Capitale Sarri deve ancora proferire parola su Strakosha, mentre sulla sponda giallorossa Mourinho spinge per Rui Patricio. Rimane solo ipotesi estera per Gollini.

DIFESA IN STALLO- Certificato il ritorno di Caldara al Milan, urge sicuramente almeno un difensore. In attesa di scoprire se e chi si farà avanti per Romero (al momento solo chiacchiere, come sempre), l’asse caldo rimane quello tra Bologna e Lille.

Tomyiasu piace, sarebbe fattibile anche senza la “scusa” del riscatto di Barrow, ma prima di vendere il Bologna vuole garantirsi dia vere le spalle coperte. Non appena ufficializzerà il nuovo difensore (Seck dalla Spal o Bonifazi, la trattativa potrebbe decollare definitivamente.

Botman rimane la seconda scelta, anche perché i 30 milioni chiesti dal Lille sono troppi, nonostante si riconosca il talento del gigante olandese.

IL VICE DELLA MEDIANA- Molto probabilmente ora i fari del mercato nerazzurro in entrata puntano sul vice De Roon, che si sta facendo fin troppo desiderare.

Koopmeiners è il profilo perfetto, ma l’Az chiede 20 milioni, la Dea invece non  si smuove dai 15. Un gap che nei prossimi giorni si potrebbe colmare, ma che richiederà molta pazienza.

Per questo motivo intanto sartori si guarda in giro, e avrebbe sondato alcuni giocatori in uscita da squadre italiane, come Bakayoko e Diawara, ma rimangono classici sondaggi di mezza estate. Pobega profilo interessante, ma il Milan con la questione ancora in ballo di Pessina, per ripicca difficilmente ci concederà il bis.

ATTACCO MUTA- Tutto ruota attorno a Ilicic, ma questa volta non in campo. Là davanti la vittima sacrificale questa volta sarà lo sloveno, ormai uscito dai radar e dalle grazie del Gasp, che ha dimostrato di voler affidarsi a Malinovsky, Miranchuk, Pessina, Muriel e Zapata.

Per lo sloveno però non ci sarebbe tanta fila, o quantomeno spaventano le condizioni per averlo, molto simili a quelle per la cessione di Gomez: no a competitor, e richiesta sui 7-8 milioni.

Nel primo caso però l’Atalanta potrebbe anche chiudere un occhio, per il secondo punto invece rimane ferma. Il Milan ci sta facendo un pensierino da mesi, ma 7 milioni per un 33enne non sembrano convincere Maldini che segue altre piste più giovani e in prestito.

Sarri lo vorrebbe in biancoceleste, ma in questo caso pare che sia stato lo stesso Josip a declinare l’invito, dato che non avrebbe nessuna intenzione di spostarsi molto dalla sua famiglia a Milano.

Un altro sul piede di partenza è Lammers. L’olandese ha giocato con il contagocce ed è palese l’intenzione del Gasp di mandarlo in prestito per farsi le classiche “ossa della Serie A”. Tuttavia, in attacco un vice Zapata ci dovrà essere, e per questo motivo prende sempre più senso il ritorno di Piccoli dallo Spezia. Il ragazzo ha comunque dimostrato il suo valore e sarebbe perfetto come vice, dato che non si lamenterebbe e sotto Gasp potrebbe cresce esponenzialmente.

Boga direi che ormai è meglio lasciarlo a Sassuolo, così come i vari nomi di svincolati che pensano solo all’ingaggio, vera criptonite di Percassi che sopra il tetto di 2 non li considera di striscio.

Arriviamo all’eterno ritorno di Palacio, pupillo da un decennio del Gasp, sempre in auge, sempre sul mercato, ma gli anni passano e i 40 anni sono dietro l’angolo anche per l’ex triplettista. Dato il parco offensivo al completo, tuttavia, avere un uomo in più d’esperienza e felice di giocare spezzoni qua e là, potrebbe non esser così del tutto controproducente.

Il Monza però è più avanti, e nel caso ce ne faremmo una ragione.




Nazionali nerazzurri: quel Pigmalione del Gasp (e i c.t ringraziano)

Nazionali Nerazzurri- Questi europei non solo stanno dimostrando la bontà e il valore assoluto dei nostri giocatori, ma di riflesso (neanche troppo forse) la loro incontrovertibile dimensione internazionale acquisita sotto la guida del comandante Gasperini.

8 nerazzurri negli ottavi di finale del campionato europeo è un dato che ha poco del casuale o fortunoso.

I vari Malinovsky, Maehle, Gosens, De Roon, Pasalic, Freuler, Toloi e Pessina hanno dimostrato chi più che meno di avere la stoffa dei guerrieri, di avere il profilo internazionale e tutte le carte in regola per accaparrarsi i posti migliori in questa vetrina, ma l’intenzione è solo quella di mettersi bene in mostra e far venire l’acquolina in bocca alle big.

Tutto merito di chi ha creduto in questi ragazzi, e soprattutto li ha plasmati a immagine e somiglianza della sua idea di calcio meno filosofica di quanto si possa pensare.

Come la statua del famoso mito greco, il Pigmalione Gasperini ha raffinato le doti, il talento e la qualità dei diamanti grezzi nerazzurri, innamorandosi e facendo innamorare l’intero popolo nerazzurro.

“Che novità!” dirà qualcuno, ma il fatto che non sia una novità ma la prassi, da qualche anno a questa parte sembra aver convinto molti tecnici europei a puntare sul modello made in Bergamo, limitandosi a non intaccare più del dovuto l’intero lavoro tecnico-tattico e psicologico del vate di Grugliasco.

A emulare sono capaci tutti, ma non sempre i risultati sono gli stessi. Bisogna capire quindi se questo maxi exploit nerazzurro agli europei sia un’eccezione o una regola. Intanto i c.t europei ringraziano il pigmalione Gasp, perché la sua creatura da punto di domanda si è trasformata nel più fulgido esempio di passione e bellezza che un appassionato di calcio possa immaginare.




Nazionali nerazzurri: le nostre stelle non stanno a guardare

Il fastidioso e fazioso adagio popolare portato avanti da pseudo giornalisti e anti-atalantini negli ultimi anni dice che i nazionali nerazzurri fuori dal contesto nerazzurro, e soprattutto fuori dai meccanismi ben oliati del Gasp tornino ai loro livelli di atleti mediocri ancora inesperti per affrontare i grandi palchi europei.

Ebbene, quei pochi sciocchi che hanno deliberatamente voluto mettere le fette di salame sugli occhi, ora è meglio che se le tolgano e se le mangino, per non sgranocchiarsi rabbiosamente le mani.

In 10 giorni di Europei, i nostri atalantini non si sono fatti attendere, e hanno mostrato di che pasta sono fatti. E la non notizia è che si tratta della stessa sostanza resa malleabile da Gasperini.

Nazionali nerazzurri: ma quale comfort zone?

La verità è che senza il guizzo, la freschezza mentale e l’imprevedibilità dei nostri, alcun nazionali ora si troverebbero in guai seri.

Malinovskyi è il leader indiscusso della sua Ucraina, e anche se al momento rimane a secco di gol, tanto basta l’assist fornito per il gol nel match contro il compagno olandese Marten De Roon e altre giocate da Ruslan per confermare la sua crescita esponenziale. Per l’acquisiione di quella consapevolezza da leader anche in nerazzurro, aspettiamo ancora qualche mese, ma sicuramente questa esperienza europea non può che forgiarlo ulteriormente nel corpo e nello spirito.

La fiamma del caldo talento di Miranchuk ha scosso la Russia dal suo torpore iniziale. Grazie al gol dello zar, l’ex nazionale sovietica può continuare a sperare nella qualificazione agli ottavi, in un girone che il Belgio dovrebbe amministrare senza affanni, ma chissà se Lukaku e compagni sarebbero stati tranquilli se il nostro Aleksey avesse giocato anche nel match d’esordio. Fatto sta che il premio di “star of the match” non gliel’ha potuto togliere nessuno, nell’attesa che possa abbagliare definitivamente anche con la maglia della Dea in campionato.

Robin Gosens era partito in sordina contro la Francia, per poi asfaltare la fascia lusitana in tutta tranquillità. In Germania si sono sorpresi dell’exploit del nostro panzer (quasi due assist e un gol contro il Portogallo di Cr7), ma a Bergamo la consideriamo normale amministrazione per un esterno che sta dimostrando di avere pochissimi rivali su quella fascia.

Galeotta fu quella maglia non scambiata a fine partita con Ronaldo? A volte come dice Vasco, forse davvero basta poco per dare il meglio di sé. E intanto il prezzo sale…

Come sempre però le serpi si nascondono tra noi, tra i milioni di tifosi azzurri che ora festeggiano e osannano Pessina e Toloi, ma che alla vigilia dell’Europeo speravano di non vederli tra i convocati.

In questa nazionale il nostro ministro della difesa e il nostro equilibratore stanno benissimo, e se non sono bastate le decine di partite ad alto livello per dimostrarlo, qualcuno dovrà farsi bastare la prestazione messa in campo contro il Galles. Pulito, solido, efficace l’uno, letale, cinico e dinamico il secondo.

Normale amministrazione per le nostre stelle in Europa, perché i raggi di luce emessi a Bergamo possono coprire distanze notevoli. E nessuno ora può più offuscarle