Mercato Atalanta: Pinamonti molto vicino, Ederson una formalità. Piace Cambiaso, ma occhio alla Juventus

Sta prendendo forma il mercato dell’Atalanta, che a quanto pare sta cercando di rivoluzionare la squadra con colpi tutti all’italiana, senza però smettere di guardare all’estero.

Vediamo insieme le trattative di questa settimana appena trascorsa.

NE RIMANE SOLO UNO- Come già detto nel precedente recap, tra i pali Musso verrà riconfermato, mentre sicuramente uno tra Gollini e Carnesecchi cambierà aria (in realtà entrambi, ma stiamo cauti al momento).

Su Gollini torna forte la Fiorentina che però al momento non sembra voler offrire più di 10 milioni. L’Atalanta chiede almeno 12-13 milioni per chiudere, ma l’impressione è che alla fine si possa concludere con la formula intermedia dei bonus.

Stesso discorso per Carnesecchi: la Lazio rimane ferma a 10 per il portiere, contro i 15 chiesti dalla Dea. La trattativa potrebbe chiudersi a metà strada, data la volonta della Dea di incassare e della Lazio di acquisire il suo nuovo portiere titolare.

SULLA FASCIA SI CAMBIA(SO)- Ritorna a farsi forte l’interesse per Cambiaso. La Dea ofrre tra i 7-8 miloni ma ci sarà da battere la concorrenza della Juve, anch’essa sul giocatore.

CAMBI AL CENTRO- Dalla Salernitana dovrebbe arrivare il primo colpo dell’estate nerazzurra (usiamo sempre il condizionale, per sicurezza). Ederson verrà acquistato per 15 milioni più le contropartite di Lovato e Okoli, che però dovrebbe rimanere in prestito secco.

Il brasiliano prenderà il posto di Pessina, che al momento pare in uscita. Su di lui forti il Monza e il Torino: da una parte la voglia di riabbracciare un canterano, dall’altra la volontà di Juric di riabbracciare il suo pupillo ai tempi dell’Hellas. Si tratta ma al momento non risultano offerte concrete da entrambe.

QUESTIONE DI AMBIZIONI- Andrea Pinamonti è vicinissimo a vestire la maglia della Dea, c’è la volontà del giocatore, ma come sempre è il prezzo a frenare la trattativa, avanzata certo, ma non ancora con il pilota automatio.

L’Inter chiede 18 milioni, l’Atalanta al massimo 15, ma visti i buoni rapporti tra le due società, tra una contropartita, bonus o altri magheggi si dovrebbe arrivare un compromesso.

Per chi entra, c’è sempre uno che esce: Ilicic è stato richiesto espressamente dal Bologna del neo ds Sartori (ex Atalanta), e anche Mihajlovic pensa di poterlo rivitalizzare e farlo tornare El profesor di Valencia.




LIPSIA AI QUARTI: STORIA E CURIOSITÀ SULLA SQUADRA PIÙ ODIATA IN GERMANIA

Altro giro, altra tedesca ai quarti di Europa League per l’Atalanta, che pesca il Lipsia.

Squadra più abbordabile rispetto al Barcellona, ma non da sottovalutare, perché se è vero che la squadra della Sassonia per anni è stata accostata proprio agli orobici come progetto societario, idee di gioco e talento, c’è sempre la storia che parla per lei, e di complimenti in questo caso ce ne sono veramente pochi.

Una favola come l’Atalanta? Beh, diciamo che in Germania l’ascesa in Europa dei sassoni è vista come un incubo.

LA PIÙ ODIATA-  Qualcuno potrà pensare che sia la corazzata Bayern Monaco la più odiata della Germania, ma anche i tedeschi sanno riconoscere la meritocrazia, cosa che invece non vogliono attribuire al Lipsia.

Tutto ha inizio nel 2009 quando la Red Bulla acquista il piccolo club della quinta divisione con il solo scopo di portarlo ai vertici europei entro 10 anni.

Detto fatto: in soli 7 anni il Lipsia raggiunge il suo scopo, senza sorprese, dato che la mastodontica compagnia austriaca non ha mai nascosto di aver profuso milioni e milioni di euro per il raggiungimento del proprio obiettivo.

La semifinale raggiunta nel 2020 contro il Psg ha di fatto certificato “la colpa” da parte della squadra di assone di aver raggiunto certi livelli solo grazie alla spinta del denaro, e non grazie a un background fatto di storie, cuore, emozioni e passione.

GEMELLI DIVERSI- Aldilà del potenziale economico, sul campo poi la squadra sassone ha comunque mostrato tanta qualità intensità e talento, tanto da essere accostata all’inizio proprio all’Atalanta, come una sorta di “gemella”.

Dal punto di vista tecnico il paragone poteva anche starci, perché nel calcio possono concorrere più favole, ma anche dopo la semifinale di Champions nel 2020, negli ultimi due anni la squadra sassone ha eguagliato gli stessi obiettivi della Dea, sia in campionato che in campo internazionale: entrambe finalista nella coppa di lega (noi perso contro la Juve, loro perso contro il Dortmund, ottavi di Champions (noi perso contro il Real, loro contro il Liverpool). Cambia il nostro terzo posto in Serie A a discapito del loro secondo posto in Bundesliga, ma il succo è lo stesso: entrambe ormai sono due realtà del loro calcio, con la differenza che l’Atalanta ha trovato in Gasp e nella società un vero tesoro, mentre il Lipsia nel talento di Nagelsmann (ora in forza ai bavaresi) ma soprattutto ai tanti soldi dell’imponente società di bevande energetiche.

IL CONFRONTO- Venendo a questa stagione, il Lipsia pare fare sul serio nelle coppe, e meno in campionato: ai quarti di Europa League, è in semifinale di Coppa di Germania e al momento come la Dea lotta per un posto in Champions, punto a punto con il Leverkusen, nostro precedente avversario in EL.

Hanno vinto 11 delle ultime 19 partite, e da dicembre hanno perso solo due volte, tra cui una contro il Bayern Monaco.

Per quanto riguarda il computo dei gol fatti e subiti, il Lipsia ha siglato 57 gol e subiti 31 (rispettivamente +7 e -1 dell’Atalanta), e anche il fattore casalingo è in favore dei tedeschi: 28 punti in 13 partite, con 35 gol fatti sui 57 totali e 15 subiti sui 30, segno che anche in casa i sassoni concedono qualcosa.

Fuori casa però non c’è partita: la Dea è terza nella classifica del campionato, con 30 punti conquistati sui 48 totali, al netto di 26 gol fatti e 13 subiti. Il Lipsia al contrario fuori dalle mura amiche si trova in difficoltà: solo 16 punti racimolati e 5 sconfitte su 13 trasferte.




Atalanta- Bayer Leverkusen: conosciamo le “aspirine”, prossime avversarie agli ottavi

Il sorteggio di Nyon ha decretato che sarà il Bayer Leverkusen il prossimo avversario agli ottavi di Europa League dell’Atalanta.

Un sorteggio più complicato rispetto ai greci dell’Olympiacos, anche se agli ottavi tutte sono temibili, dato che si entra nel vivo delal competizione.

I tedeschi sono tra le squadre più forti e dinamiche d’Europa, e per questo motivo è bene fare un focus in casa tedesca, per conoscere meglio il prossimo avversario della Dea.

UN’ASPIRINA PER LA DEA- Il Bayer Leverkusen è conosciuto soprattutto per avere alle spalle la BAYER, tra le più potenti case farmaceutiche mondiali, e viene da sé per il clun il soprannome di “Aspirine“.

Un soprannome però non scelto solo per questo motivo: in Bundesliga , infatti, Il Leverkusen è terzo, dietro a Bayern Monaco e Borussia Dortmund, a+4 dal Lipsia quinto. Al momento hanno segnato 60 gol e incassati 39.

Questo significa che dietro concedono più del dovuto, ma davanti a tratti possono esser davvero micidiali.

Scendendo nei particoalri, notiamo una somiglianza con la Dea: la BayArena, stadio dei tedeschi, non è un vero fortino, dato che il club ha racimolato 6 vittorie su 11, per uno score di 30 gol fatti e 19 subiti.

Fuori casa invece l’andamento è da Champions: anche in questo caso il computo dei gol fatti/subiti è di 30/20, ma le aspirine hanno ottenuto 21 punti (solo il Bayern Monaco ha fatto meglio, con 25 punti).

L’ANDAMENTO IN EL- Sorteggiata come testa di serie, ovviamente l’andamento del Leverkusen in questa Europa League non puà che esser positiva: le aspirine hanno vinto il girone G di qualificazione con 13, davanti a Betis (10), Celtice (9) e Ferencvaros (3). Solo una sconfitta per loro, 14 gol fatti e soli 5 subiti in 6 partite.

LA SQUADRA- Da questa stagione la squadra è in mano a Gerardo Seoane, ex tecnico dello Young Boys che ha dato una bella identità alle aspirine.

Nel Leverkusen ritroviamo una vecchia conoscenza del nostro: Patrick Shick, ex Sampdoria e Roma sembra aver trovato il suo mondo e al momento registra 20 eti in 24 presenze.

Il vero gioiello però si chiama Florian Wirtz: il fantasista classe 2003 prodotto dalla cantera tedesca, infatti, ha già messo a segno 13 assist e 10 reti tra campionato ed Europa League. Un talento da prendere con le pinze. Da tenere d’occhio anche Sardar Azmoun, talento iraniano seguito questa estate anche dalla Dea ma sbarcato alla fine in terra tedesca.

Il nemico comunque rimane il collettivo, capace a tratti di esprimere un gioco molto intenso, dinamico e bello, come quello della Dea.

La formazione tipo (4-2-3-1): Hradecky; Frimpong, Tah, Tapsoba/Hincapiè, Bakker; Demirbay, Palacios/Andrich; Adli, Wirtz, Diaby; Schick. Allenatore: Gerardo Seoane.




Sorteggi EL, e ora chi tocca all’Atalanta? Le possibili avversarie della Dea

Dopo la delusione in Champions, all’Atalanta non rimane che continuare a coltivare il sogno europeo con l’Europa League, la sorella minore della coppa dalle grandi orecchie, spesso snobbata, anche perché i possibili sorteggi non sono così entusiasmanti come quelli della Champions, la musica non è la stessa, ma paradossalmente, vincerla è più complicata del previsto.

Se il Villareal nel doppio confronto con la Dea è uscito indenne, non è solo a causa delle nostre lacune e problemi psicofisici, ma anche grazie a un allenatore come Emery capace di vincere 4 volte l’EL, e si sa, con un pizzico di esperienza in più tutto è più facile.

Lo stesso percorso potrebbe benissimo replicarlo Gasperini con questa Dea, che in campionato va fortissimo, e se pure in Champions ha dimostrato di potersela giocare con tutti e tutte, in EL il cammino potrebbe risultare meno arduo del previsto. Potrebbe (usiamo il condizionale), perché le avversarie solo sulla carta appaiono “abbordabili”, ma stando alle ultime edizioni dell’EL, ogni match è stato intenso, molto combattuto, e non sempre le favorite alla vittoria finale hanno avuto vita facile.

Per questo motivo, proviamo ad analizzare le possibili avversarie della Dea nei Playoff. Ricordiamo infatti che tutte le terze dei gironi di Champions, dovranno affrontare le seconde classificate nei gironi di EL. Non compaiono Lazio e Napoli, dato che non è previsto per regolamento uno scontro tra squadre dello stesso campionato, almeno ai playoff.

DIFESA SCOZZESE- Partiamo dal Gruppo A, dove dietro al Lione, si sono classificati i Glasgow Rangers. 2 vittorie, 2 pareggi e due sconfitte, e come tutte le squadre scozzesi, tiene fede al suo status di squadra spigolosa, chiusa, che difficilmente prende gol: solo 5 gol subiti in 6 partite, ma è altrettanto vero che segna poco: solo 6.

Veniamo alla stagione: I Rangers guidano la Scottish Premiership con 39 punti, miglior attacco del campionato (36 gol), segno di come in EL la realtà sia ben diversa.

I Rangers non hanno un bomber, ma fanno affidamento al collettivo. Bisognerà prestare particolare attenzione all’attaccante Kemar Roofe (6 gol tra campionato e coppe), al terzino Tavernier (3 gol e 11 assist) e all’altra punta Morelos (5 reti e 3 assist).

Allenatore: l’olandese Giovanni Van Bronckhorst, che sicuramente potrebbe riservare un trattamento speciale ai suoi connazionali Koopmeiners, Hateboer e De Roon.

REAL(TÀ) SOCIEDAD-  Nel Gruppo B come seconda si è classificata la Real Sociedad, 9 punti, al netto di una sola sconfitta in EL contro il Monaco che in seguito ha vinto il girone.

La squadra spagnola nel suo girone ha siglato 9 reti e subite 6, ma sempre esprimendo un calcio interessante, fluido, europeo, e questo spiega il suo andamento sorprendente anche in Liga, dove attualmente galleggia al quinto posto, a quota 29 punti come l’Atletico Madrid.

Anche in questo caso non possiamo fare riferimento a un singolo giocatore che sposta gli equilibri, al classico bomber, ma possiamo annoverare alcuni giocatori di prospettiva e di talento, come Elustondo, Merino, Sorloth e Isak.

La Stella- Il club spagnolo è infarcito di discreti giocatori con esperienza internazionale. Oltre a David Silva, ex City ma ormai sulal via del tramonto, e ai giovani precedentemente citati, segnaliamo Mikel Oyarzabal, 26enne titolare delle Furie Rosse, che già agli europei aveva dato filo da torcere all’Italia con le sue giocate e imprevedibilità. Per lui in stagione 6 gol e un assist.

Allenatore: Imanol Alguacil

LA DEA DEL PIREO- L’Olympiacos è ormai un’abitudinaria delle coppe, come l’EL, quindi stando al prestigio e alla storia del club, meglio non sottovalutare la squadra del Pireo, ma in campo ci vanno i giocatori, e i numeri dicono tutt’altro.

La squadra ellenica ha racimolato 9 punti, anche in anticipo dato che la sconfitta nell’ultima partita contro l’Anversa non ha sortito effetti negativi sulla qualificazione, ma gli 8 gol fatti e 7 subiti raccontano di una squadra ballerina e introversa che va a nozze con la letalità dell’attacco nerazzurro.

In campionato guardano tutti dall’alto: 32 punti in 12 partite, 23 gol fatti e 9 subiti (miglior difesa), ma in Europa come abbiam visto al vita è più complicata

Stando alla storia e quindi al palmares dei greci, i rossobianchi hanno raggiunto l’apice nella stagione 98-99, sfiorando la semifinale di Champions, ma in quel contesto ai quarti la Juventus ebbe la meglio nei due scontri. In Champions non è mai stata protagonista, ma in EL tra il 2010 e il 2021 ha raggiunto 3 volte gli ottavi e 5 volte i sedicesimi.

La stella- L’ex nazionale francese Valbuena è da annoverare tra i punti cardini della squadra ellenica, ma El Arabi attualmente risulta il più in forma con 5 gol all’attivo. Non è da meno il trequartista classe 2001 Camara con 4 gol e 2 assist, e già sul taccuino di molti scout europei, anche italiani.

Allenatore: Pedro Martins

MENTALITÀ PORTOGHESE- Secondo nel Gruppo F con 9 dietro alla Stella Rossa, Il Braga è tra le più abbordabili sulla carta per la Dea, ma come esperienza, anche il club lusitano ha qualcosa da dire.

Rispetto alle precedenti, nel girone vanta il miglior attacco (12) ma anche un difesa rivedibile (9 gol subiti), ma presso le mura amiche dell’Estadio Municipal è difficile fare bottino bottino pieno: l’ultima sconfitta in casa risale al 14 agosto contro lo Sporting Lisbona.

In campionato anche un quarto posto dietro alle corazzate Sporting Lisbona, Porto e Benfica può apparire un grande successo.

A livello di esperienza però ne ha più della Dea: 2 partecipazioni in Champions, 1 intertoto vinto nel 2008, 17 partecipazioni in EL/Coppa Uefa culminate con al finale persa nel 2010/2011 contro il Porto e 3 Coppe delle Coppe. Squadra abbordabile, ma dalla mentalità simile a quella nerazzurra.

La Stella- L’ala sinistra e capitano Ricardo Horta ha siglato 9 dei 35 gol siglati in tutte le competizioni quest’anno, di cui 3 in 6 partite di EL, segno di come l’intera squadra nei momenti di difficoltà si affidi al suo leader.

Da tenere d’occhio Medeiros, l’ala destra del Braga, con all’attivo 4 gol e 2 assist.

Allenatore: Carlos Carvahal

L’ALTRA FACCIA DI SIVIGLIA- Sono due le spagnole che la Dea potrebbe incontrare ai playoff, e dopo la “temibile” Real Sociedad, ci sarà da prestare attenzione al Betis di Siviglia, sulla carta l’altra faccia della medaglia sivigliana, perché se quella del Papu in campionato concorre alla Champions e per il campionato, i verdebianchi devono ancora dimostrare chi sono veramente.

Partiamo dal Gruppo G di EL, dove i 12 gol fatti e gli altrettanti subiti palesano una fragilità difensiva mica da ridere, ma allo stesso tempo anche un gioco aperto, dinamico, tipico di quasi tutte le squadre spagnole.

Non a caso, infatti, In Liga sono terzi a + 1 dalla Real Sociedad e -4 dai cugini andalusi, con all’attivo 26 gol fatti (terzo attacco) e 18 gol subiti (5° difesa).

Una squadra di tutto rispetto, e anche in Europa non sono poche le apparizioni: 1 in Champions (stagione 2007-2008), 2 in Coppa delle Coppe e 8 In Uefa/EL a cavallo tra gli anni 80’ e il 2018-2019, ultimo anno in cui ha militato nella competizione europea.

Le stelle- Fekir, l’ex Lione, resta tra i più talentuosi, così come l’immortale Joaquin, il recordman 40enne che non sembra aver voglia di dire addio al calcio giocato.

Bellerin (ex Arsenal) e German Pezzella (ex Fiorentina) hanno rinforzato il comparto difensivo, ma la stella che al momento risulta più luminosa e decisiva anche in termini di gol è l’ala destra Juanmi con 9 reti e 2 assist.

ANCORA TU- Dulcis in fundo, arriviamo all’ultima possibile avversaria della Dea, nonché vecchia conoscenza e che potrebbe anche accontentare tutti: La Dinamo Zagabria.

Proprio quella Dinamo Zagabria affrontata all’esordio assoluto in Champions, anche se dopo due anni è rimasto gran poco di quella squadra capace di infliggerci 4 gol in Croazia senza appello.

Passata ai playoff grazie ai suoi 10 punti in 6 match (dietro al West Ham dei miracoli), i croati hanno subito 6 reti e siglati 9, ma l’impressione è che non abbiano giocato al massimo delle loro potenzialità, data la pochezza del loro girone.

In campionato il quarto posto è solo apparente, dato che all’appello mancano 3 giornate da recuperare che virtualmente riporterebbero i croati in vetta.

Le stelle- Rispetto alla rosa affrontata nel 2019, si nota la perdita di qualità e quantità soprattutto in attacco: Dani Olmo ormai milita nel Lipsia, Kadzior è passato al Piast Gliwice e in attacco ci sia affida esclusivamente a Bruno Petkovic e Orsic, che già la Dea conosce molto bene (tripletta per lui nel settembre 2019).

Allenatore: Zeljko Kopic

COEFFICIENTI DIFFICOLTÀ

Real Sociedad: 4 stelle

Real Betis: 3 stelle e mezzo

Glasgow Rangers: 3 stelle

Braga: 3 stelle

Olympiacos: 2 stelle

Dinamo Zagabria: 2 stelle




L’Atalanta di scorta basta e avanza: poker al Venezia, la Dea continua a volare!

SERIE A, QUINDICESIMA GIORNATA

ATALANTA-VENEZIA 4-0: LA TRIPLETTA DI SUPERMARIO STENDE I LAGUNARI

Bergamo: quarta vittoria di fila per l’Atalanta, sei nelle ultime otto (più due pareggi), una notte al terzo posto aspettando l’Inter. La marcia della squadra di Gasperini continua alla faccia del turnover: troppo tenero e inconsistente dal punto di vista offensivo il Venezia per preoccupare anche la versione bis della Dea che fa subito due gol con Pasalic (tripletta oggi per il croato) poi amministra con ordine e nella ripresa chiude il conto con Koopmeiners e ancora SuperMario. La Dea continua a tenere il passo delle prime tre che ora devono rispondere sul campo.

MEZZA RIVOLUZIONE-GASP: testa al Venezia si, ma un occhio anche al big match di sabato a Napoli; così mister Gasperini vara un’Atalanta diversa e con molti cambi rispetto all’undici titolare: si rivede Muriel davanti al posto di Zapata con Pasali e Ilicic a supporto del colombiano. Le vere novità però sono in mezzo dove con Koopmeiners e Pessina giocano Hateboer e Pezzella per un centrocampo davvero inedito in casa nerazzurra. Nel Venezia, Zanetti perde Maenpaa ed Ebuehi, mentre, torna tra i convocati Schnegg; in avanti Kiyine e Johnsen a sostegno di Henry mentre in regia c’è Tessmann con l’ex Caldara dietro.

SUPERMARIO BUM-BUM, DEA 2-0 IN 12′: nonostante l’orario piuttosto complicato per un martedì sera lavorativo è buono il colpo d’occhio allo Stadium all’ingresso delle squadre in campo con il match che inizia con subito un tentativo ospite di Busio dalla distanza con Musso che si allunga e mette in corner. Poi però l’Atalanta si accende e per il Venezia sono dolori: al sesto Ilicic si inventa qualcosa di illegale ai limiti dell’area e offre a Pasalic un vero cioccolatino che il croato deve solo spingere alle spalle di Romero per l’1-0. Altri sei minuti e il numero ottantotto nerazzurro concede il bis, ancora una volta messo in pratica davanti al portiere da un’altra grande giocata, stavolta di Muriel ai limiti dell’area lagunare.

MUSSO ATTENTO SU HENRY: nonostante il risultato il match è tutt’altro che chiuso con il Venezia che non si arrende e Musso che al ventesimo deve superarsi, stavolta sulla conclusione di Henry in area e deviare in calcio d’angolo. La partita resta su ritmi gradevoli ma senza però regalare ulteriori emozioni sino al termine del primo tempo che va in archivio senza recupero e con la Dea avanti 2-0.

RIPRESA, KOOP FIRMA IL 3-0: la ripresa si apre senza cambi da parte del Gasp e con una parata per parte dei due portieri, con Romero che al quarto nega la tripletta a Pasalic deviando in corner la conclusione del croato. Il tris nerazzurro però è nell’aria e all’undicesimo lo finalizza Koopmeiners con una conclusione rasoterra da limite dell’area che non lascia scampo stavolta a Romero: 3-0, partita in ghiaccio e primo gol con la maglia atalantina per l’olandese arrivato in estate.

PASALIC, TRIPLETTA E POKER: la squadra del Gasp non rallenta la sua pressione sull’avversario e cinque minuti dopo Muriel sfiora il poker con una conclusione diagonale in area che sbatte sul palo esterno e si spegne sul fondo; pochi istanti dopo spazio a De Roon che entra in campo al posto di Pessina. Il 4-0 per la Dea però arriva di li a poco al ventunesimo quando Muriel ubriaca mezza difesa del Venezia e mette un altro pallone di quelli difficili da non poter sfruttare per SupeMario che si gira e firma il poker nerazzurro oltre che la sua personale tripletta.

CAMBI FINALI: nell’ultimo quarto d’ora spazio anche per Scalvini, Miranchuk e Piccoli in campo per Demiral, Ilicic e Muriel in un finale di partita in cui succede poco o nulla e la gara va così in archivio anche stavolta senza recupero con la Dea che strapazza il Venezia con quattro gol, riprende l’Inter al terzo posto e si mette comoda sul divano in attesa che le altre scendano in campo.

IL TABELLINO:

ATALANTA-VENEZIA 4-0 (primo tempo 2-0)

RETI: 7′, 12′ e 67′ Pasalic, 57′ Koopmeiners (A)

ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Djimsiti (90′ Toloi), Demiral (77′ Scalvini), Palomino; Hateboer, Koopmeiners, Pessina (62′ De Roon), Pezzella; Pasalic; Ilicic (77′ Miranchuk), Muriel (77′ Piccoli) – All. Gasperini

VENEZIA (4-3-3): Romero; Mazzocchi (46′ Crnigoj), Ceccaroni, Caldara, Haps (71′ Schnegg); Tessmann, Ampadu, Busio (58′ Peretz); Johnsen (71′ Svoboda), Henry, Kiyine (58′ Aramu) – All.: Zanetti

ARBITRO: Santoro di Messina

NOTE: spettatori: 8mila circa – ammoniti:Ampadu (V) – espulsi: nessuno – recuperi: 0′ p.t. e 0′ s.t.




Inverno nerazzurro: le vitamine che serviranno alla Dea per rimanere competitiva

Per l’inverno è ancora presto, ma le prime influenze si fanno sentire, e alcune belle dosi di vitamine non guastano mai, anche perché nelle ultime partite la banda Gasperini ha speso molto fiato ed energie, e al ritorno dalla sosta delle nazionali urgerà prendere dei provvedimenti sul lato fisico e atletico.

Cosa mai potrebbe prescrivere un medico a una squadra quarta in classifica, imbattuta in trasferta e in una condizione psicofisica notevole, nonostante le numerose assenze pesanti? Come dice l’adagio “Prevenire è meglio che curare”.

VITAMINA A- Vitamina importante perché aiuta nel processo di rinnovamento e crescita dei tessuti. La stessa crescita costante di rendimento, magari con l’aiuto di quegli Acquisti che al momento non stanno contribuendo al processo di rinnovamento nerazzurro, ma evidentemente ogni corpo assorbe le vitamine con tempi diversi.

VITAMINA C- La paradossale ma non inedita sofferenza mostrata contro il Cagliari nel chiudere il match ha evidenziato la necessità di una prima dose di Cinismo, che lo stesso Zapata ha richiesto e che sicuramente farebbe seguire con meno patemi d’animo le partite della Dea.

Meglio sprecona che avulsa e insipida potrà dire qualcuno, ma come abbiamo visto anche in Champions, certe gare è meglio ammazzarle, perché i cannibali avversari sentono l’odore del sangue e non si fanno di certo pregare (chiedere a Ronaldo).

Anche una dose aggiuntiva di Concentrazione rafforzerebbe il corpo, la mente e corroborerebbe la classifica: 15 gol subiti in 12 partite al momento preoccupano relativamente, ma diciamocelo, la maggior parte di essi sono arrivati più per demerito nostro che merito degli avversari, e il dio del calcio non voglia che alla lunga questi blackout improvvisi possano influire sulla stagione, alimentando possibili rimpianti.

Se ci aggiungiamo poi una prima dose di maggiore Consapevolezza nei nostri mezzi e il fattore Casa, allora l’assorbimento di vitamina C è completo, e potrebbe farci passare davvero un inverno tranquillo.

VITAMINA D- La vitamina contenuta nel sole, poco presente in inverno, ma da assorbire anche chimicamente per regolare il metabolismo di calcio e fosforo. Lo stesso fosforo di cui necessiteremo in difesa e a centrocampo, con  Demiral, Djimsiti e De Roon pronti ad assorbire gli avversari.

VITAMINA K- Abbiamo incontrato fin troppi intoppi in queste prime uscite stagionali tra campionato e Champions, ma in mezzo al campo il nostro Koopmeiners ha già sciolto quei coaguli, rimettendo in moto il sistema cardiocircolatorio nerazzurro, dentro cui scorre il sangue di una Dea che non ha nessuna intenzione di fermarsi. E con tutte queste dosi massicce di vitamine, la corsa potrà procedere in totale sicurezza.




29 settembre 2021, Atalanta-Young Boys: storia di prime volte

ATALANTA YOUNG BOYS 1-0- Stessa data della famosa canzone di Lucio Battisti, ma in questo caso non parliamo assolutamente di un tradimento, ma di un amore per la Dea che ieri ha raggiunto altre vette inesplorate.

Spesso si dice che la prima volta non è un granché, ma non si scorda mai: detto più o meno attribuibile anche all’Atalanta che alla sua prima partita in assoluto di Champions a Bergamo, al Gewiss Stadium, non fallisce contro lo Young Boys, vincendo 1-0.

Risultato stretto, forse, ma chiunque ci avrebbe messo la firma, anche perché ritrovarsi primi nel gruppo non ha prezzo.

Una serata magica, storica, non solo perché Bergamo per la prima volta assapora l’aria della competizione europea più ambita, non solo perché riecheggia in tutta la città l’inno per antonomasia dei campioni, della gloria, ma perché la squadra di Gasperini per la prima volta non recita più la parte della Cenerentola, ma di una vera e propria reginetta del ballo, consapevole di poter continuare il suo cammino senza l’aiuto di magie, speranze, preghiere, ma di solide e concrete prove terrene, come lo spirito di sacrificio, l’abnegazione, il cuore, corsa, qualità e quantità.

Insomma, la solita Dea che finalmente fa capolino dopo un inizio di stagione tra alti e bassi a livello di prestazione.

Una prima volta indimenticabile per i tifosi, grandi e piccini, che già hanno gustato le notti di Champions a San Siro, ma il vero posto in cui ci sentiamo noi stessi è solo casa nostra.

E poi c’è lui, il protagonista della partita, Pessina, l’eroe forse inaspettato che ha regalato la gloria ai nerazzurri. Guarda caso una prima volta anche per l’ex giocatore dell’Hellas, al suo primo gol in Champions, ma soprattutto il primo italiano a segnare una rete in Champions nella storia dell’Atalanta.

Storie di prime volte che si intrecciano, in un 29 settembre che volgeva al suo termine, ma che il sole di oggi, 30 settembre, non cancella tutto  come nella canzone, ma che illumina i nostri cuori e i nostri ricordi, perché al risveglio nessuno pensi che sia stato solo un dolce sogno, ma una notte da leggenda.