Nazionali Nerazzurri, i match del weekend internazionale

C’è chi ha già dato sfoggio della propria forza in nazionale, e chi invece questo weekend dovrà sudare più del dovuto. Ecco i match in cui saranno impegnati i nostri nerazzurri nel weekend.

REMO VS LE FURIE ROSSE- Questa sera alle 20 45 Remo Freuler sfiderà la Spagna di Ansu Fati e Sergio Ramos nella 5° giornata del girone 4 del Gruppo A.

La capolista contro il fanalino di coda: nella precedente giornata, infatti, gli elvetici hanno perso contro l’Ucraina per 2-1, mentre le furie rosse hanno registrato un roboante 4-0 contro l’Ucraina. Serve davvero un’impresa agli ospiti per sperare ancora nella qualificazione al turno finale.

RUSLAN VS ROBIN- Sempre nel gruppo A girone 4 si sfideranno contemporaneamente Ucraina-Germania, e ancora una volta protagonisti potrebbero essere Malinoskyi e Robin Gosens. Gli ucraini dovranno riprendersi dal poker subito contro la Spagna, mentre i tedeschi dal pareggio con gli svizzeri. Entrambe bisognose di punti, si affideranno alla qualità offensiva di Ruslan e Robin, che avranno l’occasione di sfiorarsi in campo, e dare vita ad un match entusiasmante.

MARTEN E HANS VEDONO GLI AZZURRI- In attesa di vederli all’opera a Bergamo contro l’Italia, Marten De Roon e Hans Hateboer saranno di scena domenica 11 ottobre alle 18 contro la Bosnia. Nel primo gruppo del Girone A, i conti sembrano ormai fatti: Italia al comando, ma gli oranges possono davvero insidiare il primato agli azzurri. Decisiva potrebbe rivelarsi la partita di Bergamo, dove per i due nerazzurri sarà come giocare in casa.

MARIO PENSACI TU- Nel gruppo 3 del Girone A Mario Pasalic dovrà tirare fuori tutta la usa verve offensiva per tirare fuori da guai la sua Croazia. Ospite la Svezia del’ex Kulusevski, i croati cercano i 3 punti della speranza, visto che ancora stanno a zero dopo 3 giornate. Il doppio poker subito contro Portogallo e Francia brucia ancora, ma contro gli svedesi i croati possono davvero ottenere quei punti utili a rendere il girone meno scontato e noioso del previsto. I tifosi nerazzurri saranno con Mario e sperano che possa replicare a livello internazionale i colpi di classe esibiti in Champions contro Manchester City e PSG.BERAT PER IL VERTICE- Non sarà una sfida entusiasmante, ma ci si gioca il vertice del gruppo. Il nostro Berat Djimsiti domani alle 15 sfiderà il Kazakistan. Tutte e 4 a 3 punti, basta un niente per squilibrare le dinamiche del gruppo, le quali posizioni al momento sembrano imprevedibili. Se è vero che un campionato si vince con la miglior difesa, con Djimisti al comando della retroguardia albanese l’ex nerazzurro Edy Reja spera di dormire sonni tranquilli. Che vincano i nerazzurri.




Serie A, i risultati dopo la 3a giornata

IL COVID RINVIA GENOA-TORO E JUVE-NAPOLI

La terza giornata di campionato da un lato porta la notizia dell’inedita coppia al comando composta da Atalanta e Milan, dall’altra però catalizza la propria attenzione sui rinvii di due gare per via dei numerosi giocatori colpiti dal Covid-19: salta così, oltre a Genoa-Toro anche il big match tra Napoli e Juve mentre l’Inter si fa fermare sull’1-1 dalla Lazio. Prime vittorie invece per Parma e Samp; vediamo ora i risultati di questo turno, con tutti i marcatori e la nuova classifica:

I RISULTATI:

Fiorentina-Sampdoria 1-2: 42′ rig. Quagliarella (S), 72′ Vlahovic (F), 83′ Verre (S) – giocata venerdì 2 ore 20:45

Sassuolo-Crotone 4-1: 19′ Berardi (S), 49′ rig. Simy (C), 58′ rig., 85′ Caputo (S), 93′ Locatelli (S) – giocata sabato 3 ore 15

Genoa-Torino – rinviata

Udinese-Roma 0-1: 55′ Pedro – giocata sabato 3 ore 20:45

Atalanta-Cagliari 5-2: 7′ Muriel (A), 24′ Godin (C), 29′ Gomez (A), 37′ Pasalic (A), 42′ Zapata (A), 52′ Joao Pedro (C), 81′ Lammes (A) – ore 12:30

Benevento-Bologna 1-0: 66′ Lapadula

Lazio-Inter 1-1: 30′ L. Martinez (I), 55′ Milinkovic-Savic (L)

Parma-Hellas Verona 1-0: 1′ Kurtic

Milan-Spezia 3-0: 57′ e 78′ Leao, 76′ Theo Hernandez – ore 18

Juventus-Napoli – rinviata

LA CLASSIFICA:
# Squadra PG V P S GF GC DG Pts.
1 Atalanta 3 3 0 0 13 5 +8 9
2 Milan 3 3 0 0 7 0 +7 9
3 Sassuolo 3 2 1 0 9 3 +6 7
4 Inter 3 2 1 0 10 6 +4 7
5 SSC Napoli 2 2 0 0 8 0 +8 6
6 Hellas Verona 3 2 0 1 4 1 +3 6
7 Benevento 3 2 0 1 6 7 -1 6
8 Juventus 2 1 1 0 5 2 +3 4
9 Lazio 3 1 1 1 4 5 -1 4
10 Roma 3 1 1 1 3 5 -2 4
11 Genoa 2 1 0 1 4 7 -3 3
12 Bologna 3 1 0 2 4 4 +0 3
13 Fiorentina 3 1 0 2 5 6 -1 3
14 Sampdoria 3 1 0 2 4 7 -3 3
15 Spezia 3 1 0 2 3 7 -4 3
16 Parma 3 1 0 2 2 6 -4 3
17 Cagliari 3 0 1 2 3 8 -5 1
18 Torino 2 0 0 2 2 5 -3 0
19 Udinese 3 0 0 3 0 4 -4 0
20 Crotone 3 0 0 3 2 10 -8 0



Cambio di mentalità e consapevolezza: il mercato da big dell’Atalanta

Si è conclusa la sessione estiva di calciomercato. Una parentesi diversa da quelle passate, avvenuta in piena crisi covid e che inevitabilmente ha riscontrato molte complicanze sul lato delle trattative.

Nonostante la situazione di emergenza per i club, la Serie A rimane tra i campionati più spendaccioni, ma tra chi vende per causa di forza maggiore e chi acquista per ridurre gap tecnici, qui troviamo l’Atalanta.

Gli obiettivi della società erano semplici e chiari: trattenere i big e rinforzare la panchina, in ottica campionato e Champions.

L’Atalanta è tra le poche squadre rimaste quasi immuni dall’emergenza coronavirus: Percassi infatti non ha mai sentito l’impellente bisogno di cedere,  ed è qui che il cambio di mentalità e il notevole fiuto per gli affari ha ancora una volta ridotto il gap con club più blasonati, ma poveri di idee e strategie.

CAMBIO DI MENTALITÀ- Più oltrepassi confini inimmaginabili, meno club avrai alla tua porta che bussano incessantemente per i tuoi gioielli.

L’epica cavalcata in Champions ha di fatto annichilito le residue speranze di alcune big di potersi anche solo permettere di sedersi al tavolo delle trattative con Percassi.

Gasperini ha chiesto conferme e ulteriori ritocchi, in linea con una società che anche a livello strategico è diventata una big. Dalla filosofia del “vendere per il bilancio”, Percassi  ha incominciato ad impuntarsi e prendere in mano ogni straccio di possibile trattativa, esplicitando a tutti il nuovo concetto: “Mostratemi i cash e MAGARI ne discutiamo”. Per questo motivo Zapata ha smesso in pochi giorni di esser accostato a Juventus e compagnia bella, e per lo stesso motivo il Papu è rimasto, nonostante le allettanti ma precoci sirene del calcio arabo. Tutti insieme appassionatamente, rimasti ovviamente, qui, a Bergamo, la città che ha insegnato come i sogni e le ambizioni una volta raggiunti, facciano passare in secondo piano l’aspetto meramente economico.

PROSPETTI A QUOTA 100- Trattenere e spendere solo se necessario, ma nel caso delle cessioni si può far sempre qualche eccezione.

Castagne ormai in rotta di collisione con la società era inevitabile che partisse,e per questo motivo 25 milioni incassati rimangono un capolavoro societario. Mai quanto quella di  Dejan Kulusevski, venduto a peso d’oro alla Juventus per 44 milioni (35+bonus), con la consapevolezza che nessuno avrebbe potuto in seguito rimpiangerlo, data l’altissima qualità dei titolari. Nelle ultime ore di mercato la Dea ha calato il tris con la cessione di Amad Traore per 40 milioni al Manchester United, per un totale di quasi 100 milioni complessivi che non sono di certo passati inosservati tra i corridoi della Lega Calcio. L’Atalanta sciorina e insegna calcio sul campo, ma sul mercato è sempre stata la docente universitaria più competente in Italia.

IL NUOVO CHE “AVANZA”-  Qualche ritocchino era inevitabile, ma spesso ci si confonde tra il ritoccare e rinforzare. Mojica, Romero, Lammers, Piccini, De Paoli e Miranchuk sono i frutti di un mercato come al solito non esorbitante (circa 26 milioni esclusi possibili rinnovi di prestiti o riscatti), ma sempre ben mirato a rafforzare tutte le piccole (ma comunque presenti) lacune tecnico-tattiche.

Un mercato all’insegna di molti prestiti e colpi futuri, perché a Bergamo il presente è l’immagine mobile del futuro.




Eurorivali Atalanta: Liverpool a picco, Ajax e Midtjylland peccano di cinismo

L’Atalanta vola in campionato: con la manita rifilata al Cagliari, la Dea si ritrova al comando della Serie A a punteggio pieno. Ormai non ci si può più nascondere: questa squadra può davvero lottare fino alla fine per lo Scudetto, ma nel mentre sale l’attesa per l’esordio in Champions League.

Come ogni anno, quindi, è bene monitorare l’andazzo delle avversarie del nostro gruppo, e visto i clamorosi risultati di questa giornata di calcio internazionale, la consapevolezza di fare bene rimane molto alta.

LIVERPOOL A PICCO- Partiamo dai detentori della Champions del 2019. Anche i mostri sacri hanno punti deboli, come dimostra il clamoroso 7-2 infilitto dall’Aston Villa al Liverpool. I reds privati di Mané, Matip, e Allison tra i pali, si sono affidati alle giocate di Salah e Firmino, ma dietro Van Diks e Gomez hanno combinato più guai di Gianburrasca. Tanto possesso palla per i reds (70 a 30), ma il cinismo questa volta lo hanno portato i padroni di casa che hanno messo a segno 7 reti su 11 tiri nello specchio della porta, contro le due reti su 8 del Liverpool.

AJAX SENZA SMALTO- Anche il giovane Ajax nella scorsa giornata di Eredivisie si è inceppato. La squadra di Ten Haag non è riuscito a rimontare l’1-0 del Groningen, arrivato al 49′. Anche in questo caso però le statistiche ci mostrano una partita diversa dall’esito finale. I lanceri hanno stravinto il possesso palla (70 a 30), e attaccato con forza e vigore, ma nessuno dei 18 tiri totali si è concretizzato. Dall’altra parte ai padroni di casa è bastato insaccare uno solo dei 2 tiri nello specchio della porta per ottenere i 3 punti.

DANESI RIMONTATI- L’unica avversaria dei nerazzurri ad uscire contenta a metà è il Midtjylland. I danesi in trasferta a Horsens, sul lato del gioco non hanno nlla da recriminare. 26 tiri, di cui 9 in porta, e già al 32′ si trovavano avanti per 2 reti a zero. Inspiegabile rimane quindi la clamorosa remunatada incassata dal 35′ al 45′, quando i apdroni di casa hanno incominciato ad accelerare il passo, trovando dapprima il gol dell’1-2 e poi allo scadere del primo tempo il pareggio su rigore.

Tutte e tre le avversarie hanno di fatto dominato in lungo e largo le partite, ma sul piano del cinismo è venuta a mancare quella lucidità che invece la Dea continua a sfoggiare in campionato.




E’ un’Atalanta inarrestabile: cinque gol al Cagliari, Dea prima e a punteggio pieno

SERIE A, TERZA GIORNATA

ATALANTA-CAGLIARI 5-2: ANCHE LAMMERS A SEGNO NEL FINALE

Quattro non bastano più, meglio andare sul sicuro e segnarne cinque: l’Atalanta chiude il cerchio di questo inizio di campionato e si presenta alla sosta per gli impegni delle nazionali con tre vittorie su tre, tredici gol fatti e cinque subiti ed un primo posto in classifica da capire se in condivisione con qualcuno o in solitario. Numeri pazzeschi quelli della banda del Gasp che, nella sua prima uscita a Bergamo in questa stagione, asfalta anche il Cagliari: subito avanti con Muriel, i nerazzurri si fanno riprendere da Godin prima della mezz’ora, poi inizia lo show; Gomez (una magia il suo gol!), Pasalic e Zapata chiudono le marcature per il 4-1 del primo tempo e, nella ripresa, Joao Pedro per gli ospiti e Lammers (che gol per l’olandese, il primo in serie A per lui) fissano il definitivo 5-2 finale. La squadra del Gasp esce tra gli applausi dei circa mille presenti allo stadio e va alla sosta con il morale altissimo. Bergamo può continuare a sognare.

Bergamo: l’Atalanta è un rullo inarrestabile, e lo conferma anche nel debutto all’ora di pranzo al Gewiss Stadium, stadio pronto per la Champions, ma attualmente uno spettacolo per mille fortunati che vi hanno potuto accedere per via delle restrizioni in atto per l’emergenza sanitaria. Lo spettacolo comunque è sempre assicurato: finisce 5-2 per i nerazzurri primi in classifica con 13 gol all’attivo e cinque al passivo. Il Cagliari ci prova, arriva anche al pari con il neo arrivato Godin, ma poi è travolto dalla marea nerazzurra che spazza via una squadra che, negli ultimi anni, è stata capace di venir a Bergamo e compiere l’impresa.

APRE MURIEL, GODIN RISPONDE: le formazioni sono quelle annunciate con l’Atalanta che deve far a meno anche di Toloi, positivo ieri al tampone per il Covid: spazio così a Romero titolare dietro con Papu, Muriel e Zapata la davanti mentre nei sardi occhio a Simeone con Sottil e Joao Pedro nel tridente di Di Francesco. La Dea però dimostra di non fare sconti a nessuno e al settimo passa: errore in uscita e Palomino lancia nel corridoio centrale Luis Muriel in mezzo ai difensori gialli del Cagliari: sembra fuorigioco, ma il Var dà l’ok e l’arbitro Pasqua convalida. Gara subito in salita per la squadra di Di Francesco che vuole chiudere gli esterni nerazzurri per provare a ripartire: ma l’Atalanta, pur pasticciando in qualche occasione dietro, davanti è una macchina che funziona alla perfezione e continua a creare problemi con Cragno che respinge su gran botta di De Roon al ventidue che centra l’incrocio. Il Cagliari poi cresce e guadagna campo e gli uomini di Gasp devono intervenire più volte in scivolata per frenare gli assalti a destra ma al 24’, su angolo di Marin, spunta Godin che colpisce indisturbato di testa e pareggia.

GOMEZ-MAGIA, E LA DEA DILAGA: l’illusione del Cagliari dura solo cinque minuti perché dall’altra parte c’è il genio del Papu che si inventa una conclusione imparabile per Cragno facendo esplodere i mille del Gewiss Stadium. Da lì l’Atalanta prende il largo sfruttando la pochezza a destra dietro dei rossoblù: l’azione telecomandata del 3-1 viene rifinita da Gosens proprio per Pasalic a cui non resta che metter dentro al minuto trentasette. Cinque minuti dopo e arriva anche il 4-1 che lo confeziona Duvan Zapata (primo gol in campionato per il colombiano) sempre sulla corsia di destra bevendosi nell’uno contro uno Godin e battendo Cragno. Qualche minuto ancora e dopo un giro d’orologio di recupero si va al riposo.

RIPRESA, LA DEA SCIUPA E JOAO PEDRO SEGNA: nella ripresa l’Atalanta non molla e Cragno (davvero superlativo) deve compiere due prodezze su Zapata e Romero in avvio per evitare un passivo peggiore, e così al settimo il Cagliari accorcia con azione che è sviluppata da Nandez per Lykogiannis, che mette al centro e Joao è lesto ad anticipare tutti. L’Atalanta a quel punto vacilla un po’ ed è Simeone a sfiorare il 4-3 su percussione di Sottil. Poi iniziano i cambi: al ventesimo Gasp toglie Zapata e Gomez ed entrano Lammers e Malinovskyi e, pochi minuti dopo concede ancora minuti al colombiano Mojica e si copre un po’ inserendo Freuler per Muriel.

LAMMERS, GIOIELLO NEL FINALE: non è finita perché c’è gloria anche per uno degli ultimi arrivati, Sam Lammers: l’olandese ex Psv ubriaca Lykogiannis con un numero da fenomeno e colpisce in diagonale per il 5-2 a dieci dal novantesimo. Poi è ancora Cragno su Malinovskyi ad evitare che il passivo assuma proporzioni esagerate. Tre minuti di recupero e il match può così andar in archivio con la meritata vittoria dei ragazzi del Gasp che si possono così godere questo avvio di stagione da leccarsi i baffi in vetta alla classifica di serie A. E dopo la sosta, l’impegno di Napoli e l’inizio anche della Champions: prepariamoci amici, ne vedremo delle belle…

IL TABELLINO:

ATALANTA-CAGLIARI 5-2 (primo tempo 4-1)

RETI: 7′ Muriel (A), 24′ Godin (C), 28′ Gomez (A), 37′ Pasalic (A), 42′ Zapata (A), 52′ Joao Pedro (C), 80′ Lammers (A).

ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Romero, Palomino (84′ Sutalo), Djimsiti; Hateboer, De Roon, Pasalic, Gosens (74′ Freuler); Gomez (64′ Malinovskyi); Muriel (74′ Mojica), Zapata (64′ Lammers) – A disp.: Carnesecchi, Rossi, De Paoli, Ruggeri, Diallo – Allenatore: Gasperini.

CAGLIARI (4-3-3): Cragno; Zappa (84′ Faragò), Walukiewicz, Godin (84′ Klavan), Lykogiannis; Nandez, Marin (65′ Tramoni), Rog; Sottil (78′ Caligara), Simeone, Joao Pedro (84′ Pavoletti) – A disp.: Aresti, Vicario, Tripaldelli, Pinna, Pisacane, Oliva, Carboni – Allenatore: Di Francesco

ARBITRO: Pasqua di Tivoli




Le pagelle di Atalanta-Cagliari

ROMERO SEMPRE MEGLIO, PAPU ANCORA UNA VOLTA DECISIVO

Partita davvero di spessore anche quella odierna dei ragazzi del Gasp, che martellano dall’inizio alla fine l’avversario, colpendolo subito dopo aver provato a tornar a galla dopo l’improvviso pareggio sardo a metà primo tempo. La qualità del Papu davanti con Zapata e Muriel unite alla concretezza dietro di Romero e dei suoi compagni di reparto consentono alla Dea di centrare la terza vittoria di fila.

LE PAGELLE:

ALL.: GASPERINI 8: non cambia copione e nemmeno i suoi lo fanno in campo. La squadra a tratti pare disputare quasi un altro sport salvo poi ogni tanto cadere in qualche piccola amnesia che di sicuro il tecnico non gradisce. Poco importa, i suoi sin qui sono comunque una macchina quasi perfetta. Avanti così!

SPORTIELLO 6: subisce due gol, complessivamente non mostra grande sicurezza anche se non ha particolari colpe sulle reti subite.

PALOMINO 7: prova molto importante per lui, poche sbavature e molta sostanza la dietro. Bene. (SUTALO s.v.: entra nel finale a giochi fatti).

ROMERO 7: praticamente perfetto. Prima da titolare per lui e subito fa capire che la dietro ci sa fare. Molto bene.

DJIMSITI 7: spesso poco considerato, ma anche lui merita applausi per il lavoro svolto in maniera davvero egregia. Bravo!

HATEBOER 7: tra una galoppata e l’altra in fascia oggi non trova il gol, ma è davvero tanta roba in quella zona del campo.

DE ROON 7: la traversa gli nega la gioia di un gol che avrebbe meritato. Si riscatta comunque in campo con una prova maiuscola.

PASALIC 7.5: sin dalle prime battute si era capito che fosse in giornata anche lui: il gol è la ciliegina sulla torta di una partita praticamente perfetta.

GOSENS 7: finisce anche lui stremato una gara in cui prova anche a cercare la via del gol mancandola per questione di centimetri. (FREULER s.v.: dentro anche lui nei minuti finali).

GOMEZ 8: ancora una volta lui, che addirittura ora è anche capocannoniere del campionato. Gol pesantissimo poco dopo che i sardi erano tornati a galla trovando il pari. Mette la partita in discesa con una prodezza delle sue. Immenso! (MALINOVSKYI 6.5: entra e sfiora anche il gol con un siluro dalla distanza che Cragno gli neutralizza e manda in corner evitando un passivo ancor peggiore.)

MURIEL 7: lesto a farsi trovare all’appuntamento con il gol sul filo del fuorigioco in avvio, poi nella ripresa sciupa un’altra ghiotta occasione (MOJICA 6: fa vedere qualche bella galoppata e un paio di passaggi interessanti).

ZAPATA 7: non ancora al top (e lo si è visto), trova comunque un gol dei suoi con una bellissima conclusione dopo aver neutralizzato l’avversario. Crescita costante. Panteron! (LAMMERS 7: che bravo! Inizia il match in maniera un po’ timida, poi nel finale tira fuori quella perla che manda al bar il difensore sardo prima e poi conclude fissando il 5-2 finale. Primo gol in serie A per lui!)




Scudetto si…scudetto (perché) no

La manita rifilata al Cagliari ha confermato quanto scritto e riportato da giornali e televisioni nell’ultima settimana: questa Atalanta è veramente da Scudetto.

Da tabù, questa parola per molti al momento rimane un sogno difficile da concretizzare,  ma non più così utopistico.

Un obiettivo che Gasperini e Percassi cercano di nascondere (giustamente), ma sul campo le dichiarazioni pre e post partita del tecnico nerazzurro sembrano perdere sempre più consistenza, perché lui stesso sa benissimo che questa squadra non ha niente da  invidiare a Juventus e Inter, le due candidate al titolo secondo le previsioni.

In questi anni abbiamo imparato che l’unico modo per raggiungere obiettivi importanti è quello di non porsi nessun obiettivo iniziale, ma come dice Gasp, questa squadra ha maturato una consapevolezza dei propri mezzi tecnici che in poche squadre in Italia possono vantare. Ergo, Gasp non lo dice esplicitamente, ma implicitamente è sempre stato tra i pochi a crederci, perché chi meglio di lui conosce pregi e difetti (pochi) della sua squadra.

Scudetto si-  Juventus e Inter vivono con l’eterna spada di Damocle del risultato e dell’albo d’oro, la Dea invece gioca, si diverte, fa divertire tifosi e non nerazzurri, con un giusto mix di qualità, quantità e spregiudicatezza. Se a queste caratteristiche aggiungiamo campioni del calibro del Papu, gladiatori in difesa e in mezzo al campo, ma soprattutto esterni che incominciano a vedere la porta quanto gli attaccanti, il processo di riduzione di quel gap con le possibili favorite dello Scudetto si accorcia ogni giornata che passa.  E a quel credere nella parola “Scudetto” risulterebbe obbligatorio.

Scudetto no?- Partire con degli obiettivi è importante, ma partire con degli obiettivi fissi e forse al di sotto delle capacità di una squadra, alla lunga risulta fondamentale, ma può rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Percassi ha impostato il disco sulla “salvezza”, obiettivo che tutti noi sappiamo ormai essere raggiungibile anche con la Primavera. Tuttavia, questo limite posto dall’alto si è rivelato in questi anni il vero mordente della squadra orobica, perché l’unico modo per incentivarla è quella di renderla consapevole di poter raggiungere obiettivi anni luce più importanti di quelli imposti.

Come dice Gasp, gli aspetti su cui migliorare sono ancora molti, e forse sono proprio questi limiti al momento a rendere lecito un dubbio sulla vittoria dello scudetto da parte della Dea.

Solita difesa- In principio c’è sempre la questione della difesa, che sembra viaggiare su livelli altalenanti rispetto all’attacco. Un adagio del calcio dice che lo scudetto si vince sempre con la miglior difesa, come dimostrato anche dalla Juventus cannibale nell’ultimo decennio, ma nella storia ci sono squadre che hanno vinto e convinto incassando poco e proponendo un calcio all’avanguardia.

Umana contro le umane– Altro aspetto da non sottovalutare sono quei rari ma a volte significativi blackout stagionali. Dal meno recente casalingo contro il Torino perso 2-3, al pareggio a reti bianche contro la modesta Sampdoria, passando per lo 0-2 del 3 novembre 2019 contro il Cagliari, l’Atalanta ha mostrato di essere umana contro le più umili del campionato. Perdere scontri diretti con le proprie rivali ci sta, ma perder colpi contro squadre nettamente inferiori alla lunga può influire sulla stagione. Piccoli blackout, magari di poco conto nel computo delle 38 giornate, ma eloquenti per una squadra che pensa assai in grande.

L’Atalanta da brava pokerista ha già svelato le sue carte, ma al momento al tavolo dello Scudetto solo Inter e Juventus sembrano poter avere mani dello stesso valore,  ma a Gasp gli assi nella manica difficilmente mancano.