Un anno senza Emiliano. Tutto il “Mondo” dalla A alla Z

Molto più di un allenatore. Emiliano Mondonico era una persona genuina e anticonformista che aveva la rara dote di farsi benvolere da tutti, non solo e non tanto per i risultati sul campo quanto per l’intensa umanità che sprigionava.

Il Mondo se n’è andato il 29 marzo 2018 a 71 anni, dopo una vita sotto i riflettori trascorsa spesso dalla parte dei semplici, degli umili, degli emarginati, degli ultimi, sempre senza esitazioni, per cambiare qualcosa e anche un po’ per farsi cambiare. Dalla A alla Z, un modo come un altro per ricordarlo.

A come AlbinoLeffe
Mister Mondonico lascia l’AlbinoLeffe per gravi motivi di salute: per il Mondo inizia la partita più importante

È da qui che il Mondo riparte dopo l’esonero dalla Fiorentina, che lo aveva spinto a prendersi un anno e mezzo di pausa. Nel 2006 subentra a febbraio e centra la salvezza ai playout, l’anno dopo dopo strappa due pareggi alla Juve (entrambi per 1-1) e chiude al decimo posto. Tornerà sulla panchina dell’AlbinoLeffe nel 2009, conquistando altre due salvezze (le ultime del club in serie B).

B come Bestia

È così che il Mondo chiama il tumore all’addome, dopo aver scoperto di averne uno. La vicenda diventa di dominio pubblico nel gennaio del 2011, quando il Mondo lascia la panchina dell’AlbinoLeffe ed entra in sala operatoria per poi tornare dopo tre partite. L’anno dopo, il Mondo allenerà il Novara ed espugnerà San Siro (1-0 all’Inter). Della Bestia dice: «Il cancro non è invincibile, il calcio mi dà la forza per continuare a sfidarlo».

C come Cascina Brusada

Il nome della cascina di famiglia a Rivolta d’Adda, dove il Mondo ama tornare ogni volta che può. Pane, salame, vino, animali da cortile, partite a carte: tutto il contrario della… mondanità. Un porto di mare in piena campagna che accoglie celebrità dello sport e dello spettacolo, ma anche tanta gente comune. Una filosofia di vita che si riflette sul campo, in quel calcio “pane e salame” che diventa il suo marchio di fabbrica.

D come Dea Atalanta

Una storia d’amore iniziata col piede sbagliato, quella del Mondo con l’Atalanta: due presenze e zero gol nella stagione 1971/72. Come allenatore è tutta un’altra musica: due promozioni in serie A, due qualificazioni in Coppa Uefa e due salvezze, più la semifinale di Coppa della Coppe persa col Malines nell’88 e la finale di Coppa Italia persa con la Fiorentina nel ‘96. Poi retrocede in serie B e la curva scrive «Merce rara la gratitudine, grazie Mondo».

E come Equipe Lombardia

L’ultima squadra del Mondo, dopo la breve esperienza sulla panchina del Novara nel 2012. Allena calciatori disoccupati in cerca di rilancio, rimasti senza contratto dopo un’annata storta o un brutto infortunio. Negli ultimi anni allena anche i ragazzini delle medie di Lodi e la squadra del Centro alcolisti anonimi di Rivolta d’Adda, che schiera anche ex tossicodipendenti ed ex ludopatici.

F come Fiorentina

La squadra del suo cuore, anche se l’esperienza come allenatore è agrodolce. La scintilla scocca da bambino, quando il Mondo riceve in regalo una polo viola e associa quel colore alla fede calcistica. Nel 2004 subentra a febbraio e porta i gigliati in serie A, vincendo lo spareggio-promozione col Perugia. L’anno dopo però la squadra parte male e lui viene esonerato dopo 8 giornate.

G come Granata

Il Toro è l’altro vertice del suo triangolo sentimentale Bergamo-Firenze-Torino. Come giocatore il Mondo non lascia il segno, come allenatore porta i granata ai vertici del campionato e non solo: nel ‘91 vince la penultima Mitropa Cup della storia, nel ‘92 elimina il Real Madrid e perde la finale di Coppa Uefa con l’Ajax, nel ‘93 vince la Coppa Italia, nel ‘94 si ferma ai quarti di finale di Coppa delle Coppe con l’Arsenal. Poi torna nel ‘98 e porta la squadra in A, ma l’anno dopo retrocede in B.

H come Homeless World Cup

Nell’agosto del 2017 la Nazionale Solidale vola ad Oslo per partecipare alla Homeless World Cup, competizione riservata alle persone in lotta per uscire dalle dipendenze e per superare situazioni di disagio. La maggior parte dei giocatori arriva proprio da Rivolta D’Adda. Il Mondo non è presente ma è di fatto lui il tecnico “ombra” che dispensa consigli da casa e aiuta lo staff a fare la formazione

I come Filippo Inzaghi

C’è il Mondo sulla panchina dell’Atalanta nella stagione 1996/97, quando il giovane Superpippo spicca il volo e si laurea capocannoniere con 24 gol. Decisivo il supporto di Lentini e Morfeo. Per il Mondo «non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi».

L come Gianluigi Lentini

C’è il Mondo sulla panchina del Toro a inizio anni Novanta, quando il giovane Lentini esplode e trascina i granata in Europa. Poi la tormentata cessione al Milan, l’incidente d’auto e il declino. Nella stagione 1996/97 però Lentini torna a dimostrare quanto vale, quando passa all’Atalanta e ritrova il Mondo.

M come Gigi Meroni

È passato poco meno di un anno dalla morte di un’icona granata come Gigi Meroni, quando il giovane Mondo arriva al Toro per fare l’ala destra. Anni dopo, il Mondo definirà Meroni «il mio eroe, quello che io tentavo di imitare, un fenomeno». Il Mondo ha lo stesso spirito ribelle, ma non riesce a sostenere il paragone: l’avventura granata si conclude con 14 presenze e due gol in due stagioni. Si rifarà da allenatore.

N come Nomadi

Il suo gruppo rock preferito, almeno in Italia. Il Mondo non sa suonare, ma non importa: dall’Idroscalo di Milano alla Festa della Dea, imbraccia la chitarra e sale sul palco con loro in più di un’occasione. La band suona alla Cascina Brusada per una festa salvezza dell’AlbinoLeffe e parteciperà anche al funerale del Mondo, che si chiude sulle note di “Io vagabondo”.

O come Opinionista

Sguardo sornione, modi garbati, dialettica intrigante, analisi acute, riflessioni mai banali, penna raffinata. Dalla Domenica Sportiva a Quelli che il calcio, passando per tivù locali e quotidiani, il Mondo è stato anche questo: un opinionista atipico, che amava parlare di calcio senza esasperare i toni.

P come Federico Pisani

È la notte del 12 febbraio 1997: Federico Pisani sta tornando da una serata al casinò con la fidanzata Alessandra Midali e una coppia di amici, quando perde il controllo della sua Bmw e si schianta. Gli amici si salvano, Federico e Alessandra muoiono sul colpo. Pochi giorni dopo, l’Atalanta batte il Vicenza 3-1 tra le lacrime di tutto lo stadio. Così il Mondo: «Pisani era lì con noi e tutti quanti quel giorno abbiamo dato di più».

R come Rolling Stones

Quando scopre che i Rolling Stones suoneranno al Palalido di Milano, il giovane Mondo decide che non può perdersi il concerto. Lui però gioca nella Cremonese, e quel giorno la Cremonese gioca a Mestre. Così, la domenica prima, il Mondo mette in atto un piano diabolico: insultare l’arbitro fino a farsi espellere e quindi squalificare. L’8 aprile 1967, mentre la Cremonese gioca a Mestre, il Mondo balla al Palalido. Missione compiuta.

S come Sedia

Amsterdam, 13 maggio 1992. Ajax-Toro, finale di Coppa Uefa. Cravero entra in area e cade, l’arbitro lascia proseguire. A bordo campo, il Mondo solleva una sedia al cielo in segno di protesta. Il gesto entra nella storia. La spiegazione: «Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti. È il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione. È un simbolo-Toro perché una sedia non è un fucile, è un’arma da osteria».

T come Tattica

Colleghi, giocatori, addetti ai lavori. Lo dicono tutti: il Mondo è bravissimo nel leggere la partita e nel trasformare la squadra in corsa, disorientando l’avversario. Il cambio giusto al momento giusto, per raddrizzare un risultato sfavorevole o per proteggere il vantaggio. Una dote camaleontica che gli permette di colmare il divario tecnico con gli squadroni metropolitani, portando in paradiso il calcio di provincia.

U come Ultras

«L’unico a capire il nostro mondo», recita uno striscione esposto al suo funerale dagli ultras dell’Atalanta. Quelli che portarono in trionfo il Mondo con la tuta del Toro per l’addio al calcio di Stromberg, quelli che ogni anno lo chiamavano alla Festa della Dea. Un rapporto a volte ruvido ma sempre corretto, basato sull’ascolto reciproco. Sul sagrato della chiesa ci sono anche gli ultras viola e granata, gemellati tra loro e rivali degli atalantini. Ma sono tutti uniti nel rispetto del dolore.

V come Gianluca Vialli

Nel 1982 il Mondo esordisce come allenatore sulla panchina della Cremonese e punta subito su Vialli, che l’anno prima ha esordito in serie B. L’alchimia funziona e l’anno dopo il Mondo riporta i grigiorossi in serie A dopo 54 anni. Il Mondo definirà Vialli «una forza della natura, ma soprattutto una persona vigorosa sotto tutti i punti di vista». Come
il Mondo, anche Vialli ha conosciuto la Bestia. La battaglia è ancora in corso.

Y come Yara Gambirasio

Nata nel segno di Yara Gambirasio, La passione di Yara è un’associazione che cerca di promuovere le passioni artistiche e sportive dei giovani con famiglie in difficoltà economica o in contesti sociali problematici. Tra le iniziative dell’associazione, c’è anche un torneo di calcio riservato alla categoria Pulcini. E nel 2017 il testimonial è proprio il Mondo.

Z come Stadio Zini di Cremona

È qui che il Mondo muove i primi passi, sia da giocatore che da allenatore. A Cremona il Mondo gioca nove campionati, quasi tutte in serie C. Dopo il ritiro riparte sempre dalla panchina della Cremonese, guidando la primavera per tre stagioni e la prima squadra per quattro. Poi gira tutta Italia, torna nel 2007 e vede sfumare la promozione in serie B all’ultimo secondo dell’ultima partita.

Alessandro Macciò




Com’è triste il Mondo oggi: si è spento a 71 anni Emiliano Mondonico

ADDIO AL MISTER CHE FECE GRANDI ATALANTA E TORINO

Com’è grigio il Mondo la fuori questa mattina: il risveglio di tantissimi tifosi, ma anche quello di milioni di sportivi amanti del calcio visto come semplicemente un gioco è turbato dalla notizia della scomparsa di Emiliano Mondonico: mister dal cuore Viola che ha fatto grandi Torino e Atalanta. “La  bestia”, come la chiamava lui, quel tumore  malefico che, nonostante quattro interventi, l’asportazione di una massa tumorale di sei chili, di un rene, di un pezzo di intestino, lo ha aspettato ancora una volta al varco, stavolta avendo la meglio sull’omino coi baffi di Rivolta D’Adda:  “Il calcio mi dà la forza di per continuare la sfida”, diceva e ripeteva a chi lo conosceva e lo amava il mister che aveva compiuto 71 anni appena 20 giorni fa. Ci mancherà, come mancherà a tutti quegli sportivi amanti di quel calcio nostrano che oggi pare davvero un lontanissimo ricordo, quel calcio “pane & salame” che contraddistingueva il modo di essere del Mondo: un uomo buono, semplice forse più un papà che un allenatore ma capace di ottenere in panchina risultati che hanno fatto la storia di Torino e Atalanta.

QUELLA NOTTE CON IL MALINES: una carriera da giocatore vissuta tra Cremonese, Torino, Monza, Atalanta, ed ancora Cremonese per poi accomodarsi in panchina nelle vesti di mister: nel 1984 riporta la Cremonese dopo 54 anni in A, nel 1988 fa salire l’Atalanta ed è protagonista di una straordinaria corsa fino alle semifinali di Coppa Coppe col Malines. La partita di Bergamo, una sconfitta per 2-1, è rimasta scolpita nella memoria del popolo atalantino.

LA SEDIA GRANATA: straordinaria anche l’esperienza col Torino dove trascina i granata in finale di Coppa Uefa  ad Amsterdam dove alzava la sedia per protestare contro l’arbitro: il Toro perse quella finale ma quell’immagine è ancora oggi il simbolo di un modo tutto suo di protestare da parte di chi non sopportava le ingiustizie.

L’ALBINOLEFFE E “LA BESTIA”: la sua carriera prosegue poi con il ritorno all’Atalanta un’altra volta, dal 1994 al 1998, per poi spingersi a sud dove allenerà Napoli e Cosenza, fino a guidare la “sua” Fiorentina al ritorno in serie A. Ma il destino del Mondo torna ancora in bergamasca dove, con l’AlbinoLeffe è protagonista di due autentiche salvezze-capolavoro, l’ultima ai playout contro il Piacenza dove, al termine della gara, scappa via negli spogliatoi ove ai cronisti poi racconterà di dover nuovamente affrontare “la bestia” nei giorni successivi. Ultime esperienze da allenatore saranno ancora la Cremonese, prima di chiudere col Novara. Era un testimonial del Csi e dei suoi valori di lealtà sportiva e rispetto del prossimo; allenava i ragazzi delle medie di Rivolta, gli ex alcolisti e degli ex tossicodipendenti oltre che esser spesso presente in tv come commentatore sportivo.

Mister Mondonico lascia l’AlbinoLeffe per gravi motivi di salute: per il Mondo inizia la partita più importante

QUELL’UOMO COI BAFFI CHE MI HA FATTO DIVENTARE TIFOSO: quando qualcuno viene a mancare, si rischia spesso di cadere nel retorico, nelle cosiddette “frasi scontate” che si usano dire in determinate circostanze. Tuttavia il mio “grazie” a questo signore che questa notte ci ha lasciato potrà apparire scontato o dovuto, ma per chi vi scrive oggi è veramente una giornata di quelle brutte,  che ti trascinerai dentro per molto tempo: fino al 1997 ero un ragazzino che del calcio non aveva mai voluto sentir parlare, non ne ero minimamente interessato. Quell’anno, tuttavia, inizia ad interessarmi al pallone e a quell’Atalanta che aveva sì in Pippo Inzaghi il suo goleador simbolo, ma aveva in un signore coi baffi in panchina una figura che mi colpì particolarmente: iniziai quindi ad approfondire ancor di più su quel personaggio che tutti chiamavano il “Mondo” e che era diverso dai soliti mister. Il suo calcio era in tutto e per tutto un gioco, la sua missione era appassionare le persone e farlo vivere nella giusta maniera. Un personaggio che ti faceva appassionare e che si ascoltava sempre con interesse e passione: mai banale, sempre corretto e critico quando serviva, quel Mondo e la sua Atalanta trasformarono in tifoso un ragazzino che mai prima si sarebbe sognato di seguire una partita di calcio.

Uomo vero, mister “Pane e Salame” che con i suoi modi da sportivo vero ha trascinato il sottoscritto dentro il l’universo pallonaro in personaggi come lui sembrano esser sempre più merce rara.

Ci mancherai mister, chissà come sarà il Mondo visto da lassù: buon viaggio!