L’Atalanta abbraccia il suo capitano: per Bellini una festa d’addio da sogno

SERIE A, TRENTASETTESIMA GIORNATA

ATALANTA-UDINESE 1-1: IL CAPITANO FIRMA IL LIETO FINE

Si chiude con un pareggio il campionato casalingo dell’Atalanta che pareggia 1-1 contro l’Udinese nel giorno che ha segnato l’addio (con gol) di tutto il pubblico nerazzurro a capitan Bellini, che con il termine della stagione appenderà le scarpette al chiodo. Gara viva soprattutto nel primo tempo, con i nerazzurri che partono determinati ma gli ospiti che passano al primo affondo con un colpo di testa di Zapata ma il pareggio atalantino arriva nove minuti dopo su calcio di rigore trasformato proprio da Gianpaolo Bellini che chiude così con un gol la sua splendida carriera. Complice anche i risultati degli altri campi, il secondo tempo trascorre con le due squadre che pensano a non farsi male e, al triplice fischio finale, gli ospiti possono festeggiar la salvezza matematica e i nerazzurri dedicarsi a salutare degnamente il loro capitano con il gigantesco abbraccio del pubblico e il consueto giro di campo dei giocatori.

UNA STORIA COME POCHE: ci sono poche storie che fanno commuovere nel calcio di oggi, quella di Gianpaolo Bellini lo è. Ha trascorso diciotto anni all’Atalanta da calciatore il difensore di Sarnico e si appresta a viverne degli altri da dirigente. Oggi, il minuto cinquantuno resterà inciso negli annali della società nerazzurra perchè rappresenta il momento in cui ha lasciato l’attività agonistica col prolungato abbraccio dei compagni, sotto lo sguardo dell’umanissimo arbitro Rizzoli e dopo aver segnato su rigore il gol del pareggio dell’Atalanta, il suo primo al Comunale (gli altri cinque in serie A li aveva realizzati tutti in trasferta). Tutto lo stadio che lo aveva accolto con una stupenda coreografia composta da migliaia di cartonati con la sua maglia sventolati dal pubblico, una super gigantografia con la sua maglia nerazzurra e una con la sua faccia, si è alzato in piedi per il tributo a una bandiera che non ha mai tradito in un calcio dove, ahinoi, le bandiere restano sempre in minor numero.

4PARTITA VERA PER UN TEMPO: il racconto del match è quello di una partita che, di fatto, dura solamente un tempo in cui le due squadre vanno entrambe a segno per quello che sarà poi il risultato finale. Parte bene la squadra di casa che pare aver il piglio giusto per creare grattacapi ai friulani di De Canio che però passano al primo affondo quando Zapata capitalizza al meglio uno spiovente in area al decimo andando ad insaccar di testa il punto del vantaggio. La reazione atalantina arriva dopo nove minuti quando in un contatto in area ospite tra Danilo e Borriello il difensore tocca con la mano e il direttore di gara non ha dubbi nell’indicare il dischetto. Tutto lo stadio acclama a gran voce il nome di Bellini che si presenta così sul dischetto e, con la freddezza di un vero attaccante, spiazza il portiere e mette a segno il gol che riporta in equilibrio il match con il difensore nerazzurro abbracciato da tutti i compagni (panchinari compresi). Per larghi tratti nel primo tempo l’Atalanta ha dato la sensazione di poter far sua la sfida, nel secondo tempo tuttavia non lo ha fatto, lasciando il pari ed il punto-salvezza all’Udinese grazie anche alla complicità degli altri risultati maturati nel corso della giornata odierna.

GRANDE FESTA, GRAZIE CAPITANO!: con il triplice fischio del direttore di gara dopo un solo minuto di recupero inizia a quel punto la festa per Bellini (435 partite in nerazzurro, 281 in serie A), col giro di campo dei nerazzurri tutti con la maglia numero 6 del capitano. Che si è congedato commosso dal suo stadio: “Impossibile trovare le parole per descrivere quello che sto provando da giorni e che provo ora. Neppure nei sogni più belli che ho fatto avrei potuto immaginare una cosa del genere. L’Atalanta è dei tifosi, i calciatori passano, l’Atalanta è vostra. Io ho avuto l’onore di portare questa maglia. E sono contento che una giornata del genere si celebri nel giorno della festa della mamma (che lui ha perso ndr). Auguri Mamma. L’ultima cosa è legata al tatuaggio di mia moglie “non sognare la tua vita ma vivi i tuoi sogni”. Io l’ho vissuto anche grazie a voi”. Parole toccanti, spezzate più volte dalla commozione di questo ragazzo che oggi porta via con se un pezzo della nostra storia con un saluto che ha fatto venir i brividi a tutto lo stadio. Quindi il saluto del presidente Percassi (“grande giocatore, grande uomo e soprattutto grande capitano”) e il lungo giro di campo con famiglia, squadra e staff. Complimenti, capitano, ci mancherai, sarà difficile dimenticare questi splendidi anni passati insieme. Grazie di cuore!

Foto ricordo al termine dei festeggiamenti

IL TABELLINO

ATALANTA-UDINESE 1-1 (primo tempo 1-1)

RETI: Zapata (U) al 10′ , Bellini (A) su rigore al 19′ p.t.

ATALANTA (4-2-3-1): Sportiello; Bellini (dal 6′ s.t. Toloi), Masiello, Djimsiti, Brivio; Cigarini, De Roon (dal 41′ s.t. Migliaccio); D’Alessandro (dal 31′ s.t. Raimondi), Diamanti, Kurtic; Borriello – In panchina: Radunovic, Turrin, Cherubin, Dramè, Conti, Freuler, Gagliardini, Monachello, Gakpé – All.: Reja

UDINESE (3-5-2): Karnezis; Wague (dal 19′ p.t. Heurtaux) , Danilo, Domizzi; Widmer, Badu, Kuzmanovic (dal 43′ p.t. Lodi), Hallfredsson, Ali Adnan; Thereau, Zapata – In panchina: Meret, Romo, Piris, Pasquale, Fernandes, Balic, Edenilson, Guilherme, Perica, Matos – All.: De Canio

ARBITRO: Rizzoli di Bologna.

NOTE: gara di andata: Udinese-Atalanta 2-1 – spettatori: 18mila circa – ammoniti: Brivio (A), Kuzmanovic (U), Ali Adnan per gioco scorretto – recuperi: 4′ p.t. e 1′ s.t.