LIPSIA AI QUARTI: STORIA E CURIOSITÀ SULLA SQUADRA PIÙ ODIATA IN GERMANIA

Altro giro, altra tedesca ai quarti di Europa League per l’Atalanta, che pesca il Lipsia.

Squadra più abbordabile rispetto al Barcellona, ma non da sottovalutare, perché se è vero che la squadra della Sassonia per anni è stata accostata proprio agli orobici come progetto societario, idee di gioco e talento, c’è sempre la storia che parla per lei, e di complimenti in questo caso ce ne sono veramente pochi.

Una favola come l’Atalanta? Beh, diciamo che in Germania l’ascesa in Europa dei sassoni è vista come un incubo.

LA PIÙ ODIATA-  Qualcuno potrà pensare che sia la corazzata Bayern Monaco la più odiata della Germania, ma anche i tedeschi sanno riconoscere la meritocrazia, cosa che invece non vogliono attribuire al Lipsia.

Tutto ha inizio nel 2009 quando la Red Bulla acquista il piccolo club della quinta divisione con il solo scopo di portarlo ai vertici europei entro 10 anni.

Detto fatto: in soli 7 anni il Lipsia raggiunge il suo scopo, senza sorprese, dato che la mastodontica compagnia austriaca non ha mai nascosto di aver profuso milioni e milioni di euro per il raggiungimento del proprio obiettivo.

La semifinale raggiunta nel 2020 contro il Psg ha di fatto certificato “la colpa” da parte della squadra di assone di aver raggiunto certi livelli solo grazie alla spinta del denaro, e non grazie a un background fatto di storie, cuore, emozioni e passione.

GEMELLI DIVERSI- Aldilà del potenziale economico, sul campo poi la squadra sassone ha comunque mostrato tanta qualità intensità e talento, tanto da essere accostata all’inizio proprio all’Atalanta, come una sorta di “gemella”.

Dal punto di vista tecnico il paragone poteva anche starci, perché nel calcio possono concorrere più favole, ma anche dopo la semifinale di Champions nel 2020, negli ultimi due anni la squadra sassone ha eguagliato gli stessi obiettivi della Dea, sia in campionato che in campo internazionale: entrambe finalista nella coppa di lega (noi perso contro la Juve, loro perso contro il Dortmund, ottavi di Champions (noi perso contro il Real, loro contro il Liverpool). Cambia il nostro terzo posto in Serie A a discapito del loro secondo posto in Bundesliga, ma il succo è lo stesso: entrambe ormai sono due realtà del loro calcio, con la differenza che l’Atalanta ha trovato in Gasp e nella società un vero tesoro, mentre il Lipsia nel talento di Nagelsmann (ora in forza ai bavaresi) ma soprattutto ai tanti soldi dell’imponente società di bevande energetiche.

IL CONFRONTO- Venendo a questa stagione, il Lipsia pare fare sul serio nelle coppe, e meno in campionato: ai quarti di Europa League, è in semifinale di Coppa di Germania e al momento come la Dea lotta per un posto in Champions, punto a punto con il Leverkusen, nostro precedente avversario in EL.

Hanno vinto 11 delle ultime 19 partite, e da dicembre hanno perso solo due volte, tra cui una contro il Bayern Monaco.

Per quanto riguarda il computo dei gol fatti e subiti, il Lipsia ha siglato 57 gol e subiti 31 (rispettivamente +7 e -1 dell’Atalanta), e anche il fattore casalingo è in favore dei tedeschi: 28 punti in 13 partite, con 35 gol fatti sui 57 totali e 15 subiti sui 30, segno che anche in casa i sassoni concedono qualcosa.

Fuori casa però non c’è partita: la Dea è terza nella classifica del campionato, con 30 punti conquistati sui 48 totali, al netto di 26 gol fatti e 13 subiti. Il Lipsia al contrario fuori dalle mura amiche si trova in difficoltà: solo 16 punti racimolati e 5 sconfitte su 13 trasferte.




Atalanta-Bayer Leverkusen, parola al tifoso della squadra tedesca: “Prevedo un match spettacolare”

In occasione del match contro il Leverkusen, abbiamo voluto fare quattro chiacchiere con Luis Potthoff, tifoso tedesco e admin della pagina di Instagram Svbayer1904, in previsione del match di Europa League contro l’Atalanta.

1) Caro Luis, cosa pensi del sorteggio? Deluso, contento?

Sono decisamente eccitato. Avevo tre squadre nella mia lista dei sorteggi per il Leverkusen e l’Atalanta era tra queste. Non avrei mai voluto giocare con Siviglia, Porto e Barcellona.

Il Siviglia è quella che conta più vittorie in Europa League, il Barcellona è il Barcellona, mentre il porto penso che in campionato debba ancora perdere un match.

L’Atalanta non era nella lista, ma sarà comunque una partita tosta. Sarà molto incerta, perché non sono proprio tra i favoriti in questa edizione“.

2) Non sono tedesco e non l’ho studiato purtroppo, quindi non seguo i social tedeschi e non leggo i giornali. Puoi dirmi come reputano quest’ultimi l’Atalanta? Cosa scrivono, cosa dicono di noi?

I commentatori che hanno seguito il sorteggio, hanno detto che sarà un ottavo molto duro, anche se vedono il Leverkusen favorito leggermente. Forse perché sono di parte, essendo tedeschi (ride).

Su altri giornali meno di parte scrivono che siamo comunque favoriti, anche perché entrambe le squadre segnano tanto ma incassano pure, quindi al momento un vero e proprio favorito non c’è.

Inoltre hanno menzionato il vostro recente momento di crisi: se non sbaglio prima del poker rifilato alla Sampdoria, nelle sei gare precedenti in casa non avete mai vinto. Noi invece da gennaio sotto questo aspetto siamo secondi dietro al Lipsia“.

3) Vedo che hai studiato bene la Dea, ma quindi ti è capitato di vedere una nostra partita o comunque un match di una squadra italiana?

Devo essere sincero, non ho mai visto una partita intera dell’Atalanta, mi è capitato di vedere il Milan o L’Inter, ma ho visto comunque vostri spezzoni in Champions. Per esempio ho visto la vostra vittoria con lo Young Boys e poi i due match contro lo United, soprattutto quello in casa che sarà stato molto deludente per voi.

Ho seguito anche perché mi interessava vedere all’opera Robin Gosens, anche se poi a gennaio ha cambiato squadra, passando all’Inter. Ma va bene così alla fine“.

4) So che siete gemellati con gli Offenbachers Kickers, mentre noi siamo gemellati con l’Eintracht Frankfurt, che è una rivale storica dei Kickers. Mi viene spontaneo chiederti come è il rapporto tra voi e l’Eintracht? Possiamo definirlo derby oppure un semplice match ?

“Non lo definierei un vero derby. Il nostro derby storico è contro il Colonia che si terra settimana prossima, ma con l’Eintracht rimane comunque un match molto duro. Diciamo che è molto più di una semplice partita (ride)”.

5) Tornando al match di EL, pensi che Atalanta e Bayer abbiamo qualcosa in comune? Il modo di giocare? la stessa filosofia forse?

“Guarda, ci ho pensato un po’ e sì, penso che abbiamo qualcosa in comune. Sicuramente lo stile, l’intensità, ma come detto prima, entrambi segnamo e subiamo tanti gol.

Entrambe sono considerate delle outsider per lo scudetto: voi avet davanti tra le favorite Inter, Milan, Juventus, da poco il Napoli, noi invece il Bayern Monaco, Borussia D. e il Lipsia.

C’è da dire che noi solo negliultimi due anni non abbiamo raggiunto la Champions, ma solitamente ci posizioniamo sempre tra i primi tre come anche a voi è capitato.

Ultimo aspetto in comune penso che sia la presenza degli esterni: voia vete Hateboer e Zappacosta, noi Bakker e Frimpong che corrono tutto il tempo su e già sulla fascia. Penso che per entrambe siano una chiave tattica importante”.

6) Abbiamo parlato dei punti in comune, ma puoi dirmi alcuni punti di forza e vostre debolezze?

Sicuramente tra i punti forti metto Kai Havertz, che però non ci sarà contro di voi. Ma devo citare per forza Florian Wirtz, talentuoso trequartista classe 2003 che sta faccendo grandi cose. Davvero impressionante. Al momento è il vero fulcro del gioco.

Attualmente è il secondo assistman del campionato dietro a Muller. E per un 18enne ogni settimana rimane comunque un record. Nonostante non sia un attaccante, è il più giovane ad avermai segnato 10 gol, ditro solo a Lucas Podolski. Vedrete quindi il suo incredibile talento. Penso che quest’anno non abbia mai disputato una gara sottotono“.

Possamo poi citare Moussa Diaby, autore di 12 gol in 22 gare. Penso che sia nella sua miglior forma fisica. Grazie a lui, Wirtz e Schick siamo il secondo miglior attacco, dietro al Bayern Monaco.

Infine penso che con la regola non più valida del gol in trasferta, il ritorno in casa per noi sia positivo“.

Tanti punti a favore quindi, ma quante debolezze?

Come detto prima, ci mancherà Schick, il nostro capocannoniere. Non ci sarà all’andata, nemmeno al ritorno penso. Come voi d’altronde che non avrete Ilicic e Zapata.

Altra tegola, non avremo la nostra mezz’ala di riferimento, Bellarabi, anche se in questo caso Adli puà benissimo sostituirlo. sarebb un drammma invece se si facesse male Diaby, perché in quel caso Paulinho sarebbe davvero penalizzante. Non è bravo, è qui da anni, ma non ha mai dimostrato il suo valore.

Altra debolezza è il fatto di esser molto giovani: se non erro, a un certo punto siamo stati la squadra con i titolari più giovani d’Europa, e questo certifica il nostro andazzo in campionato.

In situazioni di vantaggio siamo la squadra che ha lasciato per strada più punti (15). In aggiunta, non abbiamo mai vinto i match dove eravamo in vantaggio di 2 gol: contro l’Eintracht eravamo 2-0 e alla fine abbaimo perso 5-2! Questi siamo noi, non possiamo mai stare tranquilli.

Siamo la squadra che ha subito più gol da calci di punizione o comunque da fermo. Parlando poi dei giocatori, il nostro portiere Hardecky è un’incognita, passa sempre dal Paradiso all’Inferno in poco tempo.

Coi piedi soffre il pressing e non è molto bravo, tanto che spesso capita di regalare gol agli avversari. Per farti capire, noi siamo usciti in DFpokal (coppa tedesca) contro il Karlsruhe proprio per una cappelata del portiere.

Ultimo punto a sfavire: soffriamo le squadre chiuse, senza qualità, come le piccole, ma penso che questo sia un altro punto in comune con voi dopotutto.

“Anche il calendario non ci è favorevole: sabato abbiamo il Bayern, poi voi a Bergamo, poi il derby con il Colonia e ancora voi il ritorno qui. Ci giochiamo un posto in Champions e se dovessimo perdere punti, i ragazzi soffriranno la pressione e questo potrebbe davvero favorirvi sotto l’aspetto psicofisico“.

7) Tante debolezze ma anche punti di forza da non sottovalutare. A proposito, cosa temi dell’Atalanta? Ci sono dei giocatori che toglieresti, se tu potessi farlo?

Sicuramente Zapata, ma quello è già fuori. In realtà sono indeciso, perché toglierei entrambe le vosre ali Hateboer e Zappacosta. In secondo luogo tolgo sicuramente Pasalic, che attualmente è il vostro capocannoniere, e penso che sia sempre un bene togliere chi fa gol (ride).

Temo comunque molto la nostra gioventù, e quindi la vostra esperienza che a questi livelli può incidere tanto. Penso che sraà una gara molto bella“.

8) Penso anche io che sarà un match spettacolare, interessante, duro, ma corretto e uno spot per il calcio europeo. A tal proposito te la senti di fare un pronostico?

Guarda mi aspetto una gara molto incerta, equilibrata, ma ricca di gol e spettacolare, quindi ti dico uln bel 3-3 a Bergamo. Per il ritorno invece ti dico che possiamo vincere sempre con tanti gol, magari con un bel 4-2: 3-2 e poi nei minuti finali quando voi ormai non avete nulla da perdere, il gol del k.o (ride)“.




Atalanta- Bayer Leverkusen: conosciamo le “aspirine”, prossime avversarie agli ottavi

Il sorteggio di Nyon ha decretato che sarà il Bayer Leverkusen il prossimo avversario agli ottavi di Europa League dell’Atalanta.

Un sorteggio più complicato rispetto ai greci dell’Olympiacos, anche se agli ottavi tutte sono temibili, dato che si entra nel vivo delal competizione.

I tedeschi sono tra le squadre più forti e dinamiche d’Europa, e per questo motivo è bene fare un focus in casa tedesca, per conoscere meglio il prossimo avversario della Dea.

UN’ASPIRINA PER LA DEA- Il Bayer Leverkusen è conosciuto soprattutto per avere alle spalle la BAYER, tra le più potenti case farmaceutiche mondiali, e viene da sé per il clun il soprannome di “Aspirine“.

Un soprannome però non scelto solo per questo motivo: in Bundesliga , infatti, Il Leverkusen è terzo, dietro a Bayern Monaco e Borussia Dortmund, a+4 dal Lipsia quinto. Al momento hanno segnato 60 gol e incassati 39.

Questo significa che dietro concedono più del dovuto, ma davanti a tratti possono esser davvero micidiali.

Scendendo nei particoalri, notiamo una somiglianza con la Dea: la BayArena, stadio dei tedeschi, non è un vero fortino, dato che il club ha racimolato 6 vittorie su 11, per uno score di 30 gol fatti e 19 subiti.

Fuori casa invece l’andamento è da Champions: anche in questo caso il computo dei gol fatti/subiti è di 30/20, ma le aspirine hanno ottenuto 21 punti (solo il Bayern Monaco ha fatto meglio, con 25 punti).

L’ANDAMENTO IN EL- Sorteggiata come testa di serie, ovviamente l’andamento del Leverkusen in questa Europa League non puà che esser positiva: le aspirine hanno vinto il girone G di qualificazione con 13, davanti a Betis (10), Celtice (9) e Ferencvaros (3). Solo una sconfitta per loro, 14 gol fatti e soli 5 subiti in 6 partite.

LA SQUADRA- Da questa stagione la squadra è in mano a Gerardo Seoane, ex tecnico dello Young Boys che ha dato una bella identità alle aspirine.

Nel Leverkusen ritroviamo una vecchia conoscenza del nostro: Patrick Shick, ex Sampdoria e Roma sembra aver trovato il suo mondo e al momento registra 20 eti in 24 presenze.

Il vero gioiello però si chiama Florian Wirtz: il fantasista classe 2003 prodotto dalla cantera tedesca, infatti, ha già messo a segno 13 assist e 10 reti tra campionato ed Europa League. Un talento da prendere con le pinze. Da tenere d’occhio anche Sardar Azmoun, talento iraniano seguito questa estate anche dalla Dea ma sbarcato alla fine in terra tedesca.

Il nemico comunque rimane il collettivo, capace a tratti di esprimere un gioco molto intenso, dinamico e bello, come quello della Dea.

La formazione tipo (4-2-3-1): Hradecky; Frimpong, Tah, Tapsoba/Hincapiè, Bakker; Demirbay, Palacios/Andrich; Adli, Wirtz, Diaby; Schick. Allenatore: Gerardo Seoane.




Sorteggi EL, e ora chi tocca all’Atalanta? Le possibili avversarie della Dea

Dopo la delusione in Champions, all’Atalanta non rimane che continuare a coltivare il sogno europeo con l’Europa League, la sorella minore della coppa dalle grandi orecchie, spesso snobbata, anche perché i possibili sorteggi non sono così entusiasmanti come quelli della Champions, la musica non è la stessa, ma paradossalmente, vincerla è più complicata del previsto.

Se il Villareal nel doppio confronto con la Dea è uscito indenne, non è solo a causa delle nostre lacune e problemi psicofisici, ma anche grazie a un allenatore come Emery capace di vincere 4 volte l’EL, e si sa, con un pizzico di esperienza in più tutto è più facile.

Lo stesso percorso potrebbe benissimo replicarlo Gasperini con questa Dea, che in campionato va fortissimo, e se pure in Champions ha dimostrato di potersela giocare con tutti e tutte, in EL il cammino potrebbe risultare meno arduo del previsto. Potrebbe (usiamo il condizionale), perché le avversarie solo sulla carta appaiono “abbordabili”, ma stando alle ultime edizioni dell’EL, ogni match è stato intenso, molto combattuto, e non sempre le favorite alla vittoria finale hanno avuto vita facile.

Per questo motivo, proviamo ad analizzare le possibili avversarie della Dea nei Playoff. Ricordiamo infatti che tutte le terze dei gironi di Champions, dovranno affrontare le seconde classificate nei gironi di EL. Non compaiono Lazio e Napoli, dato che non è previsto per regolamento uno scontro tra squadre dello stesso campionato, almeno ai playoff.

DIFESA SCOZZESE- Partiamo dal Gruppo A, dove dietro al Lione, si sono classificati i Glasgow Rangers. 2 vittorie, 2 pareggi e due sconfitte, e come tutte le squadre scozzesi, tiene fede al suo status di squadra spigolosa, chiusa, che difficilmente prende gol: solo 5 gol subiti in 6 partite, ma è altrettanto vero che segna poco: solo 6.

Veniamo alla stagione: I Rangers guidano la Scottish Premiership con 39 punti, miglior attacco del campionato (36 gol), segno di come in EL la realtà sia ben diversa.

I Rangers non hanno un bomber, ma fanno affidamento al collettivo. Bisognerà prestare particolare attenzione all’attaccante Kemar Roofe (6 gol tra campionato e coppe), al terzino Tavernier (3 gol e 11 assist) e all’altra punta Morelos (5 reti e 3 assist).

Allenatore: l’olandese Giovanni Van Bronckhorst, che sicuramente potrebbe riservare un trattamento speciale ai suoi connazionali Koopmeiners, Hateboer e De Roon.

REAL(TÀ) SOCIEDAD-  Nel Gruppo B come seconda si è classificata la Real Sociedad, 9 punti, al netto di una sola sconfitta in EL contro il Monaco che in seguito ha vinto il girone.

La squadra spagnola nel suo girone ha siglato 9 reti e subite 6, ma sempre esprimendo un calcio interessante, fluido, europeo, e questo spiega il suo andamento sorprendente anche in Liga, dove attualmente galleggia al quinto posto, a quota 29 punti come l’Atletico Madrid.

Anche in questo caso non possiamo fare riferimento a un singolo giocatore che sposta gli equilibri, al classico bomber, ma possiamo annoverare alcuni giocatori di prospettiva e di talento, come Elustondo, Merino, Sorloth e Isak.

La Stella- Il club spagnolo è infarcito di discreti giocatori con esperienza internazionale. Oltre a David Silva, ex City ma ormai sulal via del tramonto, e ai giovani precedentemente citati, segnaliamo Mikel Oyarzabal, 26enne titolare delle Furie Rosse, che già agli europei aveva dato filo da torcere all’Italia con le sue giocate e imprevedibilità. Per lui in stagione 6 gol e un assist.

Allenatore: Imanol Alguacil

LA DEA DEL PIREO- L’Olympiacos è ormai un’abitudinaria delle coppe, come l’EL, quindi stando al prestigio e alla storia del club, meglio non sottovalutare la squadra del Pireo, ma in campo ci vanno i giocatori, e i numeri dicono tutt’altro.

La squadra ellenica ha racimolato 9 punti, anche in anticipo dato che la sconfitta nell’ultima partita contro l’Anversa non ha sortito effetti negativi sulla qualificazione, ma gli 8 gol fatti e 7 subiti raccontano di una squadra ballerina e introversa che va a nozze con la letalità dell’attacco nerazzurro.

In campionato guardano tutti dall’alto: 32 punti in 12 partite, 23 gol fatti e 9 subiti (miglior difesa), ma in Europa come abbiam visto al vita è più complicata

Stando alla storia e quindi al palmares dei greci, i rossobianchi hanno raggiunto l’apice nella stagione 98-99, sfiorando la semifinale di Champions, ma in quel contesto ai quarti la Juventus ebbe la meglio nei due scontri. In Champions non è mai stata protagonista, ma in EL tra il 2010 e il 2021 ha raggiunto 3 volte gli ottavi e 5 volte i sedicesimi.

La stella- L’ex nazionale francese Valbuena è da annoverare tra i punti cardini della squadra ellenica, ma El Arabi attualmente risulta il più in forma con 5 gol all’attivo. Non è da meno il trequartista classe 2001 Camara con 4 gol e 2 assist, e già sul taccuino di molti scout europei, anche italiani.

Allenatore: Pedro Martins

MENTALITÀ PORTOGHESE- Secondo nel Gruppo F con 9 dietro alla Stella Rossa, Il Braga è tra le più abbordabili sulla carta per la Dea, ma come esperienza, anche il club lusitano ha qualcosa da dire.

Rispetto alle precedenti, nel girone vanta il miglior attacco (12) ma anche un difesa rivedibile (9 gol subiti), ma presso le mura amiche dell’Estadio Municipal è difficile fare bottino bottino pieno: l’ultima sconfitta in casa risale al 14 agosto contro lo Sporting Lisbona.

In campionato anche un quarto posto dietro alle corazzate Sporting Lisbona, Porto e Benfica può apparire un grande successo.

A livello di esperienza però ne ha più della Dea: 2 partecipazioni in Champions, 1 intertoto vinto nel 2008, 17 partecipazioni in EL/Coppa Uefa culminate con al finale persa nel 2010/2011 contro il Porto e 3 Coppe delle Coppe. Squadra abbordabile, ma dalla mentalità simile a quella nerazzurra.

La Stella- L’ala sinistra e capitano Ricardo Horta ha siglato 9 dei 35 gol siglati in tutte le competizioni quest’anno, di cui 3 in 6 partite di EL, segno di come l’intera squadra nei momenti di difficoltà si affidi al suo leader.

Da tenere d’occhio Medeiros, l’ala destra del Braga, con all’attivo 4 gol e 2 assist.

Allenatore: Carlos Carvahal

L’ALTRA FACCIA DI SIVIGLIA- Sono due le spagnole che la Dea potrebbe incontrare ai playoff, e dopo la “temibile” Real Sociedad, ci sarà da prestare attenzione al Betis di Siviglia, sulla carta l’altra faccia della medaglia sivigliana, perché se quella del Papu in campionato concorre alla Champions e per il campionato, i verdebianchi devono ancora dimostrare chi sono veramente.

Partiamo dal Gruppo G di EL, dove i 12 gol fatti e gli altrettanti subiti palesano una fragilità difensiva mica da ridere, ma allo stesso tempo anche un gioco aperto, dinamico, tipico di quasi tutte le squadre spagnole.

Non a caso, infatti, In Liga sono terzi a + 1 dalla Real Sociedad e -4 dai cugini andalusi, con all’attivo 26 gol fatti (terzo attacco) e 18 gol subiti (5° difesa).

Una squadra di tutto rispetto, e anche in Europa non sono poche le apparizioni: 1 in Champions (stagione 2007-2008), 2 in Coppa delle Coppe e 8 In Uefa/EL a cavallo tra gli anni 80’ e il 2018-2019, ultimo anno in cui ha militato nella competizione europea.

Le stelle- Fekir, l’ex Lione, resta tra i più talentuosi, così come l’immortale Joaquin, il recordman 40enne che non sembra aver voglia di dire addio al calcio giocato.

Bellerin (ex Arsenal) e German Pezzella (ex Fiorentina) hanno rinforzato il comparto difensivo, ma la stella che al momento risulta più luminosa e decisiva anche in termini di gol è l’ala destra Juanmi con 9 reti e 2 assist.

ANCORA TU- Dulcis in fundo, arriviamo all’ultima possibile avversaria della Dea, nonché vecchia conoscenza e che potrebbe anche accontentare tutti: La Dinamo Zagabria.

Proprio quella Dinamo Zagabria affrontata all’esordio assoluto in Champions, anche se dopo due anni è rimasto gran poco di quella squadra capace di infliggerci 4 gol in Croazia senza appello.

Passata ai playoff grazie ai suoi 10 punti in 6 match (dietro al West Ham dei miracoli), i croati hanno subito 6 reti e siglati 9, ma l’impressione è che non abbiano giocato al massimo delle loro potenzialità, data la pochezza del loro girone.

In campionato il quarto posto è solo apparente, dato che all’appello mancano 3 giornate da recuperare che virtualmente riporterebbero i croati in vetta.

Le stelle- Rispetto alla rosa affrontata nel 2019, si nota la perdita di qualità e quantità soprattutto in attacco: Dani Olmo ormai milita nel Lipsia, Kadzior è passato al Piast Gliwice e in attacco ci sia affida esclusivamente a Bruno Petkovic e Orsic, che già la Dea conosce molto bene (tripletta per lui nel settembre 2019).

Allenatore: Zeljko Kopic

COEFFICIENTI DIFFICOLTÀ

Real Sociedad: 4 stelle

Real Betis: 3 stelle e mezzo

Glasgow Rangers: 3 stelle

Braga: 3 stelle

Olympiacos: 2 stelle

Dinamo Zagabria: 2 stelle




Inverno nerazzurro: le vitamine che serviranno alla Dea per rimanere competitiva

Per l’inverno è ancora presto, ma le prime influenze si fanno sentire, e alcune belle dosi di vitamine non guastano mai, anche perché nelle ultime partite la banda Gasperini ha speso molto fiato ed energie, e al ritorno dalla sosta delle nazionali urgerà prendere dei provvedimenti sul lato fisico e atletico.

Cosa mai potrebbe prescrivere un medico a una squadra quarta in classifica, imbattuta in trasferta e in una condizione psicofisica notevole, nonostante le numerose assenze pesanti? Come dice l’adagio “Prevenire è meglio che curare”.

VITAMINA A- Vitamina importante perché aiuta nel processo di rinnovamento e crescita dei tessuti. La stessa crescita costante di rendimento, magari con l’aiuto di quegli Acquisti che al momento non stanno contribuendo al processo di rinnovamento nerazzurro, ma evidentemente ogni corpo assorbe le vitamine con tempi diversi.

VITAMINA C- La paradossale ma non inedita sofferenza mostrata contro il Cagliari nel chiudere il match ha evidenziato la necessità di una prima dose di Cinismo, che lo stesso Zapata ha richiesto e che sicuramente farebbe seguire con meno patemi d’animo le partite della Dea.

Meglio sprecona che avulsa e insipida potrà dire qualcuno, ma come abbiamo visto anche in Champions, certe gare è meglio ammazzarle, perché i cannibali avversari sentono l’odore del sangue e non si fanno di certo pregare (chiedere a Ronaldo).

Anche una dose aggiuntiva di Concentrazione rafforzerebbe il corpo, la mente e corroborerebbe la classifica: 15 gol subiti in 12 partite al momento preoccupano relativamente, ma diciamocelo, la maggior parte di essi sono arrivati più per demerito nostro che merito degli avversari, e il dio del calcio non voglia che alla lunga questi blackout improvvisi possano influire sulla stagione, alimentando possibili rimpianti.

Se ci aggiungiamo poi una prima dose di maggiore Consapevolezza nei nostri mezzi e il fattore Casa, allora l’assorbimento di vitamina C è completo, e potrebbe farci passare davvero un inverno tranquillo.

VITAMINA D- La vitamina contenuta nel sole, poco presente in inverno, ma da assorbire anche chimicamente per regolare il metabolismo di calcio e fosforo. Lo stesso fosforo di cui necessiteremo in difesa e a centrocampo, con  Demiral, Djimsiti e De Roon pronti ad assorbire gli avversari.

VITAMINA K- Abbiamo incontrato fin troppi intoppi in queste prime uscite stagionali tra campionato e Champions, ma in mezzo al campo il nostro Koopmeiners ha già sciolto quei coaguli, rimettendo in moto il sistema cardiocircolatorio nerazzurro, dentro cui scorre il sangue di una Dea che non ha nessuna intenzione di fermarsi. E con tutte queste dosi massicce di vitamine, la corsa potrà procedere in totale sicurezza.




29 settembre 2021, Atalanta-Young Boys: storia di prime volte

ATALANTA YOUNG BOYS 1-0- Stessa data della famosa canzone di Lucio Battisti, ma in questo caso non parliamo assolutamente di un tradimento, ma di un amore per la Dea che ieri ha raggiunto altre vette inesplorate.

Spesso si dice che la prima volta non è un granché, ma non si scorda mai: detto più o meno attribuibile anche all’Atalanta che alla sua prima partita in assoluto di Champions a Bergamo, al Gewiss Stadium, non fallisce contro lo Young Boys, vincendo 1-0.

Risultato stretto, forse, ma chiunque ci avrebbe messo la firma, anche perché ritrovarsi primi nel gruppo non ha prezzo.

Una serata magica, storica, non solo perché Bergamo per la prima volta assapora l’aria della competizione europea più ambita, non solo perché riecheggia in tutta la città l’inno per antonomasia dei campioni, della gloria, ma perché la squadra di Gasperini per la prima volta non recita più la parte della Cenerentola, ma di una vera e propria reginetta del ballo, consapevole di poter continuare il suo cammino senza l’aiuto di magie, speranze, preghiere, ma di solide e concrete prove terrene, come lo spirito di sacrificio, l’abnegazione, il cuore, corsa, qualità e quantità.

Insomma, la solita Dea che finalmente fa capolino dopo un inizio di stagione tra alti e bassi a livello di prestazione.

Una prima volta indimenticabile per i tifosi, grandi e piccini, che già hanno gustato le notti di Champions a San Siro, ma il vero posto in cui ci sentiamo noi stessi è solo casa nostra.

E poi c’è lui, il protagonista della partita, Pessina, l’eroe forse inaspettato che ha regalato la gloria ai nerazzurri. Guarda caso una prima volta anche per l’ex giocatore dell’Hellas, al suo primo gol in Champions, ma soprattutto il primo italiano a segnare una rete in Champions nella storia dell’Atalanta.

Storie di prime volte che si intrecciano, in un 29 settembre che volgeva al suo termine, ma che il sole di oggi, 30 settembre, non cancella tutto  come nella canzone, ma che illumina i nostri cuori e i nostri ricordi, perché al risveglio nessuno pensi che sia stato solo un dolce sogno, ma una notte da leggenda.




Le pagelle di Atalanta-Sassuolo

MUSSO (6): Incolpevole sul gol di Berardi, per il resto del match non ha dovuto fare gli straordinari

TOLOI (7): Nel primo tempo annulla Boga da solo, nel secondo tempo si ripete con gli capita.

DJIMSITI (7): Accompgna intelligentemente Berardi, rischiando pure di farlo calciare, ma sul gol non è colpevole e riesce a neutralizzarlo anche nella seconda frazione

DEMIRAL (7): Voto alto soprattutto per la grinta e lo spirito guerriero mostrato a Salerno: Defrel annicchilito, e non è mai banale

ZAPPACOSTA (7,5): Più che zappa, ara la fascia e stravince il duello contro l’altro 77. In più segna un gol e pare instancabile (69′ MAEHLE (6): da subentrante ha poco tempo per entrare in partita, e sicuramente copiare quanto fatto dal suo omologo nei 70 minuti precedenti questa sera non era facile per nessuno)

DE ROON (7):Marten torna a fare legna, e guarda caso la squadra ricomincia a girare e trovare i suoi accordi. IMPRESCENDIBILE

KOOPMEINERS (7): Come interditore dimostra di esser davvero un’ottima copia di De Roon, ma ancora latita in fase di impostazione, dove sarà complicato competere con il metronomo svizzero Freuler. In crescita e sicuramente a livello tattico ci consentirà di essere più solidi e imprevedibili.

GOSENS (6,5): Solita freccia sulla sinistra, e finalmente con il suo gol tutto torna alal normalità. Rispetto a Zappacosta però nels econdo tempo cala un po’ fisicamente ( 69′ PEZZELLA (6): si dimostra ottimo comprimario, ma ancora deve limare qualche difetto tecnico)

PESSINA (6,5): Molto attivo e nel vivo del gioco soprattutto nella prima frazione, dove quell’errore a tu per tu con Consigli grida ancora vendetta. Nel secondo tempo tende a nascondersi fra le linee, ma regge bene fisicamente (84′ PASALIC (S.V))

MALINOVSKYI (6,5): Dopo 3 minuti assist per Gosens, e non si tira indietro dal cercare filtranti per le corsie esterne che non a caso fruttano molto. Come spesso capita però cala vistosamente nel secondo tempo (63′ ILICIC (6,5):entra bene, sempre nel vivo del gioco e delle manovre, e come spesso capita regala un’altra perla di tacco per Maehle che avrebbe meritato maggior fortuna)

ZAPATA( 6) Si sbatte, corre in lungo e in largo, ma questa volta non crea nemmeno una palla da gol, il pane quotidiano per una punta come lui (84′ PICCOLI (S.V)

GASPERINI (6,5): Azzecca la formazione iniziale e ritrova le sue ali che però finiscono la benzina dopo un’ora. Rischia relativamente di subire il pareggio, amministrando il vantaggio per tutto il secondo tempo, segno ulteriore di crescita di questa squadra e del suo allenatore.